LETTERA A GOODMORNINGUMBRIA
di Costanza Bondi
Come morire a 54 anni senza un perché. Aggredito da tre clienti romeni ubriachi che non volevano pagare il conto, in un capodanno in quel di Bergamo, l’uomo interviene per sedare la discussione nata tra il titolare e gli avventori in questione. Marcello Costantini, malmenato e spintonato, cadendo a terra sbatte la testa contro un pilastro di cemento ed entra in coma: 50 giorni di irreversibile sofferenza che lo porteranno alla morte. Fin qui i fatti.
I tre, nel frattempo, vengono posti agli arresti domiciliari per lesioni personali gravissime. A morte avvenuta del cuoco, la responsabilità penale a loro carico viene mutuata in omicidio preterintenzionale. Ora, io non sono una persona di legge, perciò non sto qui a discutere dei meriti legali/penali della questione, ma da mamma/moglie/donna/cittadina italiana/persona civile/nonché cervello pensante, mi domando se stiamo o meno giocando alle scommesse: se la persona aggredita muore, anche dopo 50 giorni, ti cambio la pena e quindi il tuo reato diviene intenzionale, altrimenti… tutto resta come se niente fosse: arresti domiciliari che vi permettono di restare al sicuro nel vostro ambiente e il gioco è fatto. No, non ci siamo, secondo me – ripeto – non ci siamo proprio: è come se, quando lo spintonarono, lo fecero senza intenzione lesiva alcuna. La stessa, appunto, che li portò a non voler pagare il conto. Con l’amaro risultato che, alla fine, il conto, se c’è qualcuno che l’ha pagato, è stato Marcello Costantini, marito e padre.