La stella di Berezovskij, divenuto anche proprietario di media ed azionista di banche, iniziò a tramontare nel 2000 con l’arrivo al potere di Putin, che della lotta allo strapotere degli oligarchi aveva fatto il suo manifesto politico: accusato di riciclaggio di danaro sporco e attività illecite, nel 2001 fuggì in Francia e poi in Inghilterra, prima che la magistratura russa ne chiedesse l’arresto.
Nel 2007 i giudici russi lo condannarono in contumacia a sei anni di carcere per appropriazione illecita di fondi appartenenti all’Aeroflot, mentre nel 2009 gliene furono comminati tredici in un processo per una truffa ai danni della casa automobilistica russa Avtovaz. L’ultima accusa, dal carattere prettamente politico, ha riguardato poi le recenti proteste di piazza contro Putin dello scorso anno: secondo il SKR, il Comitato investigativo russo (per funzioni di polizia simile all’Fbi o alla Digos italiana), Berezovskij avrebbe avuto un ruolo influente nell’organzizzare e finanziare i movimenti politici anti-Putin. Come pure la scorsa estate gli fu attribuito di essere stato la mente della clamorosa azione di protesta delle Pussy Riot e della loro invocazione contro Putin nella cattedrale del Cristo Salvatore di Mosca: “Non c’entro con loro e non ho mai progettato niente con loro – fu la sua risposta – ma se avessi ideato io un’azione come quella, ne andrei orgoglioso”.
Scotland Yard ha subito avviato un’ indagine sulla morte di Berezovskij per capire se si è trattato o meno di un suicidio. Per ora trapela, secondo quanto scrive l’edizione on line del Kommersant, che sul corpo dell’ex oligarca, ritrovato senza vita nel bagno di casa, non sarebbero stati rilevati segni di violenza. Col passare delle ore si rafforza l’ipotesi suicidio, per via anche di alcune notizie che lascerebbero pensare ad un uomo sconvolto da problemi familiari (la separazione dalla moglie Galina, appunto) e soprattutto economici, dopo che in agosto era stato condannato a pagare quasi 6 miliardi di dollari a Roman Abramovic (l’attuale patron del Chelsea FC) in una causa sul controllo della compagnia petrolifera Sibneft.