È morta ad 85 anni la poetessa e traduttrice Giovanna Bemporad. A dare la notizia del decesso, avvenuto a Roma, è il marito.
Nata a Ferrara nel 1928, Giovanna Bemporad è morta il 6 gennaio 2013 a Roma. Il marito, Giulio Orlando, senatore e ministro tra il 1968 ed il 1992, ha reso la triste notizia di dominio pubblico.
Noi di Oubliette Magazine vogliamo ricordare la grande poetessa con le parole di Andrea Cirolla che descrive la sua vita con accuratezza ed ammirazione verso un grande esponente della letteratura italiana.
Era amica, fra gli altri, di Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Ungaretti e Camillo Sbarbaro.
Vita raccontata da Andrea Cirolla:
“Ebbi la ventura di incontrare nella prima adolescenza una Pizia adolescente, autentica sacerdotessa di Apollo (si misurava già con Omero), musicale fin negli ingorghi più intrigati delle viscere.”
Questa è l’immagine, esatta, che di Giovanna Bemporad (1928) dà Elio Pagliarani, suo dichiarato allievo, in occasione della riedizione garzantiana degli Esercizi nel 1980 (comprendenti sue poesie e traduzioni, dai poemi indiani dei Vedha a Saffo, Omero, fino a Baudelaire, Verlaine, Rimbaud, Mallarmé, Valery, ed ancora Rilke, Hölderlin e George).
La prima edizione del libro fu data alle stampe nel 1948 da Urbani e Pettenello, a Venezia. Ma l’esordio letterario della poetessa e traduttrice ferrarese ha da collocarsi nel pieno dell’adolescenza, tempo magico che tanto ebbe (e per altro verso ha tuttora) gioco nella sua poesia.
Tradusse a tredici anni, in trentasei notti, tutta l’Eneide, poi pubblicata parzialmente dall’omonimo editore Enrico Bemporad di Firenze (figlio dell’altra Bemporad traduttrice, Gabriella), insieme a episodi tratti dall’Iliade e dall’Odissea, in una Antologia dell’Epica. La morte precoce di Enrico Bemporad, per broncopolmonite durante la Guerra, spezzò con le sorti della casa editrice anche gli accordi di pubblicazione dell’Iliadee dell’Odissea, nonché di una prima edizione degli Esercizi.
Nel 1952 pubblicò per i tipi della Morcelliana le traduzioni dell’Elegia di Marienbad di Goethe e degli Inni alla notte di Novalis. Nel 1956 tradusse, per Vallecchi di Firenze, l’Elettra di Hofmannsthal. Tutte le traduzioni degli anni 50 furono ristampate da Garzanti, tra il 1981 (Elettra) e il 1986 (Elegia e Inni), con la novità di una versione dei Canti spirituali di Novalis. Nel 1983 Rusconi pubblicò un’ampia scelta dall’Eneide virgiliana.
L’opera che più ha segnato l’esistenza di Giovanna Bemporad è però la traduzione in endecasillabi (cifra costante del suo lavoro poetico) dell’Odissea di Omero. Un primo florilegio, in due edizioni consecutive (1968 e 1970), fu pubblicato per le Edizioni Radio Italiana. Per Le Lettere di Firenze è uscita una nuova versione ampliata nel 1990, poi ristampata nel 1992 e ancora nel 2004. Quest’opera le valse nel 1993 il Premio Nazionale per Traduzioni Letterarie istituito dal ministero dei Beni Culturali. Un’edizione scolastica dell’Odissea, commentata da Vincenzo Cerami, è stata stampata da Einaudi nel 2003.
Le ultime uscite letterarie sono il carteggio con Camillo Sbarbaro, 1952-1964 (Edizioni Archivi del ‘900, Milano 2004) e la versione dall’ebraico del Cantico dei Cantici (Morcelliana, Brescia 2006).
La vita di Giovanna Bemporad suona come una leggenda. Allieva, al di fuori di ogni accademia, di Leone Traverso, Carlo Izzo e Mario Praz, tradusse precocissima i massimi poeti della tradizione classica. Fu amica fraterna del giovane Pasolini. Insieme passarono notti intere, insonni, al lume di una candela, nella casa dei Colussi a Casarsa leggendosi reciprocamente poesie.
Partecipò col furlano alla rivista della Gil bolognese “Il setaccio”, e insegnò con lui (che pure la fondò) alla scuola irregolare di Versuta nel 1944, sotto la guerra, per garantire un’educazione ai giovani dispensati dall’istruzione di stato.
Durante il periodo bellico visse un’adolescenza errabonda, anticonformista e pericolosa (frequenti nei suoi racconti gli incontri/scontri coi soldati nazisti, davanti ai quali pure ebbe il coraggio di declamare il Faust goethiano nell’originale tedesco). Coltivò una lunga e preziosa amicizia con Camillo Sbarbaro. Si legò in matrimonio con Giulio Cesare Orlando il 3 marzo del 1957, con Giuseppe Ungaretti come testimone e don Giuseppe De Luca (fondatore delle Edizioni di Storia e Letteratura) quale cerimoniere.
Ha speso tutta la sua vita per la causa (o vocazione) della poesia, in special modo per l’Odissea, che pure non vede a tutt’oggi la luce in una versione completa. Ha lavorato all’edizione definitiva (la terza) del suo unico, da sempre, libro di poesie: gli Esercizi. Tale edizione contiene le poesie già pubblicate da Garzanti nel 1980 (ma con le varianti apportate nel corso degli anni dall’autrice), unite alle poesie inedite “della vecchiaia”.
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