Si è spenta a novant’anni l’antropologa diplomata in pianoforte
Ida Magli si è spenta a novant’anni nella sua casa a Roma, “serena e lucida accanto al figlio“.
Lo scrittore e giornalista Giordano Bruno Guerri, vicino alla famiglia dell’antropologa, l’ha descritta così. E ha aggiunto “Si era rotta il femore alcune settimane fa. L’intervento era andato bene ma era molto depressa perché pensava di non poter essere più indipendente”.
Autrice di “Matriarcato e potere alle donne”, Ida Magli era nata a Roma nel 1925. Laureata in Filosofia con specializzazione in psicologia medica sperimentale a La Sapienza di Roma, dove insegnò Antropologia culturale fino al 1988, scrisse “Santa Teresa di Lisieux”, “Viaggio intorno all’uomo bianco”, “La donna, un problema aperto”. Da poco aveva finito di scrivere un nuovo libro, “Figli dell’uomo: storia del bambino, storia dell’odio” sulla violenza contro i bambini.
Nel panorama dell’antropologia mondiale si era creata una grande fama, convinta che ci si dovesse concentrare sulla storia della nostra cultura e sui suoi simboli, anziché studiare le altre, come tutti gli antropologi. Analizzare quindi noi stessi come “altro”: «Un atto violento, che sconvolge, lo so,quello di analizzare noi stessi come altro. Ma anche l’attacco della Nona di Beethoven mi ha sempre sconvolto, per la sua forza di ribaltare i criteri, di partire dalla fine e non dal principio» aveva raccontato Ida Magli in un’intervista a Radio2 del 1987. Drastico percepire simbolicamente la figura della donna in un libro, La violenza sulle donne, il pensiero di Wojtyla, che fu quasi considerato immorale dal Vaticano.
Nel 1997 l’antropologa cominciò un percorso in solitaria di nuova radicalizzazione del pensiero con il pamphlet “Contro l’Europa“, in difesa dei simboli e delle identità forti dei popoli, e smise di collaborare con Repubblica e l’Espresso. Insomma, con il suo spirito critico travolgente, Ida Magli continuò a ribaltare le idee del pensiero corrente. Lo fece con l’Europa, copn l’Aids, con l’Islam e persino con le donne: «Ho passato una vita a difenderle, ma debbo riconoscere che non sanno fare politica, non sono capaci di avere un’idea nuova».
Insomma, Ida Magli era una donna con un’insofferenza ideologica che non escludeva nessuno, ed è morta dibattendo quelle idee e quella posizione forte che la contraddistinguevano.
CM
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