Ping è il social network musicale di iTunes, lanciato nel 2010 sulla scia diFacebook e Twitter. Due anni fa vi è stato, infatti, il boom di celebrità apparse sui portali sociali – si pensi ad esempio agli exploit di Lady Gaga o Justin Bieber – e Apple ha ben pensato di proporre un proprio servizio a tema. Peccato, però, che l’immediatezza di Twitter e la mania collettiva di Facebook abbiano oscurato ogni buon intento targato Mela.
Voci non confermate vogliono l’eliminazione totale di Ping con il rilascio in autunno di iOS 6 e, ovviamente, della versione aggiornata di iTunes. Un’eventualità già annunciata dallo stesso Tim Cook all’ultima conferenza D:10, dove si è mostrato possibilista sull’eutanasia del social network. E pensare che i numeri di quel che Steve Jobs aveva lanciato in modo entusiastico lasciavano ben sperare, con 1 milione d’utenti raggiunti nelle prime 48 ore. Utenti che, tuttavia, non sembrano mai aver partecipato attivamente alla community.
I limiti di Ping sono ovviamente molti, soprattutto se analizzati con il senno di poi. Il primo è sicuramente l’utilizzo vincolato a iTunes, che lo rende poco interessante per l’uso onnicomprensivo che oggi si fa dei social network attraverso siti, smartphone, tablet e quant’altro. Poi un’interazione che appare troppo promozionale: su Ping gli artisti sembrano voler solamente pubblicizzare i loro album, senza troppo preoccuparsi degli interventi dei loro fan. Infine, l’esistenza di servizi simili ben più performanti: perché, ad esempio, far sapere al mondo il proprio brano preferito sul desolato Ping quando esiste una community dedicata e radicata su Last.fm?