Neanche vivendoci è possibile conoscere o interpretare tutte le facce di Londra, stare al passo con i cambiamenti, sapere cosa succede nei diversi quartieri, sentirsi parte di una comunità, ma una cosa è chiara a tutti fin dai primi mesi: se hai soldi non hai tempo e se hai tempo non hai soldi. Riuscire a mantenere l’equilibrio è un gioco di prestigio che pochi riescono a gestire, il più delle volte, invece, si accetta che questa è la situazione e non si può fare altro che adattarsi. Come ci si sposta all’interno della città è forse l’unico fattore manipolabile e trovare il giusto mezzo per portarci a destinazione – sia questa il lavoro, casa o il pub – è fondamentale per avvicinarsi un minimo a quella vita sana che speriamo un giorno di avere, ma che nella realtà, qui, non arriverà mai.
Quello di seguito è un elenco di tutti i mezzi possibili per spostarsi da una zona residenziale, diciamo in zona 2, al centro dove la maggior parte della gente lavora. L’idea era di paragonare ogni mezzo in base a costi e tempistiche, ma scrivendo mi sono reso conto che ci sono molti altri paragoni da fare, spesso più importanti per prendere la decisione finale, ad esempio il livello di probabilità dell’arrivare a destinazione intatti.
Il Tubo
Viaggiare sulla metro con abbonamento mensile costa, in un anno, qualcosa come 2.000 euro. Viaggiare sulla metro senza abbonamento mensile costa, in un anno, qualcosa come tre Ferrari. In entrambi i casi, viste le paghe medie londinesi, il prezzo da pagare è il deterrente principale per optare ad un mezzo più consono alla propria povertà. Nessuna delle alternative però è piacevole, quindi la maggior parte della popolazione cittadina è felice di sganciare. Per questo, se anche tu ti trovi a lavorare nine-to-five come il resto della popolazione cittadina, il secondo deterrente diventerà la quantità di persone a bordo di ogni vagone. Camminando alla stazione al mattino, nonostante tu faccia lo stesso tragitto come un automa ogni singolo giorno, speri sempre in un posto a sedere. Quando raggiungi le rotaie e vedi il treno arrivare ti chiedi come sia fisicamente possibile entrare, pensi che inserendo altra carne umana in quel cilindro metallico non ci sarà più spazio per l’aria da respirare. Poi sei dentro, strizzato tra i sudori di turisti troppo arzilli e banchieri improfumati. La prima regola del Tubo a Londra è che non ci si guarda mai negli occhi, per nessuna ragione. Qualsiasi contatto è vietato. Se qualcuno ti osserva è pazzo, non c’è altra spiegazione. Al mattino la cosa si fa difficoltosa perché in qualsiasi direzione tu guardi ci sono altre persone. Così fai fai finta di leggere l’Evening Standard, anche se la carta è troppo vicina alla tua faccia per mettere a fuoco. Quando esci dal lavoro, alle 5 come tutti gli altri 10 milioni di abitanti, ripeti. C’è chi si abitua.
Prendi il Tubo se: sei ricco o sei borderline povero ma non abbastanza da sacrificare quelle poche certezze che ti rimangono.
L’autobus
L’autobus è il mezzo più lento mai costruito. Così lento che quando fai il turno di notte pensi che quasi quasi puoi anche farti un pisolino, tanto non arriverai mai. Poi ti svegli in Belgio. L’autobus costa ancora poco e si tende a trovare posto facilmente, ma cambia molto a seconda di quando lo si prende: di giorno trovi sempre la persona ubriaca a molestare gli altri passeggeri che vogliono solo arrivare a casa, di notte trovi sempre la persona sobria che fa finta di dormire ma che è in realtà allertissima perché sa che in un balzo dovrà evitare il vomito in arrivo. Anche gli autisti arrivano in due varietà: ci sono quelli incazzati come un’ape che viaggiano con un macete sotto il sedile e al primo che rompe lo minacciano di morte e i figli illegittimi di Bob Marley che passano tutto il turno a rispondere alla stessa domanda – Ferma qui? Ferma qui? Ferma qui? Ferma qui? Ferma qui? Ferma qui? Ferma qui? – ed ad assistere ad ogni tipo di scena, senza un accenno di frustrazione. Hanno chiaramente perso speranza nell’umanità. Ah, sugli autobus ci sono sempre italiani che pensano che non ci siano altri italiani a Londra.
Prendi l’autobus se: ti piace leggere sul tragitto verso il lavoro e vuoi finire la trilogia del Signore degli Anelli entro domani o lavori di notte e sei troppo grasso per la bici.
Il Taxi o UBER
I tassisti odiano gli uberisti più della fame nel mondo perché gli stanno rubando il lavoro e per recuperare a questo furto i tassisti di solito rubano a te. No, questo è esagerato, solitamente i taxi di Londra tendono ad essere onesti, ma nessuno vuole pagare di più quando può pagare di meno, per questo UBER esiste. Di fatto non conviene mai prendere il taxi a meno che non siate in dodici, ma lo prenderai tutte le volte in cui quello che conviene non ha più importanza perché tutto quello che vuoi è il più vicino Burger King.
Prendi il taxi se: sei ricco o ubriaco o entrambe.
Bicicletta
La bicicletta è il mezzo più rapido, più economico, più sostenibile per andare in giro. Peccato che a Londra la bicicletta è anche la morte nera. Ogni pochi giorni sul giornale c’è un ciclista morto, quando la polizia ti ferma perché passi con il rosso non ti dice che ti ha fermato perché sei passato con il rosso, ma per evitare la tua morte prossima, ogni volta che stai superando una fila di macchine nel traffico sai con certezza che se qualcuno aprisse lo sportello non ci sarebbe via di scampo. È una vita dura quella del ciclista perché la strada è piena di ostacoli: ci sono gli autobus, i taxi, le macchine, le macchine con dentro gli indiani che parlano al cellulare, le moto, gli scooter, gli sketeboard, i corrieri in ritardo, le buche, i lavori in corso, ma soprattutto, soprattutto, gli altri ciclisti. Si potrebbe credere che si crei una forma di amicizia sulla strada tra compagni di due ruote, ma la realtà è che tra noi c’è un accordo silenzioso che stabilisce che chi arriva ultimo puzza. È una gara continua, uno slalom intorno ad angoli ciechi e muscoli tesi ad ogni semaforo. A mettersi nel mezzo poi ci sono i pedoni, specie incurabile, che non ha ancora capito l’uso dei semafori e si lancia per la strada pensando che ciò che non ha quattro ruote deve essere un fantasma. Nell’improbabile caso che tu non muoia in un incidente sarà il cancro a colpirti per tutto lo smog respirato. Però è gratis.
Prendi la bicicletta se: sei ragionevole e accetti positivamente che è il giusto compromesso o sei grasso e vuoi perdere peso. In entrambi i casi odierai la vita fino a quando questa non finirà.
Skateboard
È chiaro a tutti che in skateboard non arriverai mai da nessuna parte, ma c’è chi ancora spinge la tavola con vigore per le strade di Londra. “Le strade di Londra” è un’imprecisione, più esatto sarebbe le strade si Shoreditch. Lo skateboard non sta bene né per la strada, né sul marciapiede, ma nessuno odia i piloti di questo mezzo quanto chi guida gli altri. Lo skateboard fa simpatia, tenerezza, pietà. Non quanto il monopattino, ma quasi.
Prendi lo skateboard se: hai i baffi, ma non hai un lavoro (instagram non è un lavoro).