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"Muovesi l'amante per la cos'amata" . Il debutto di Serberto a MondoMerlot

Da Silviamaestrelli

Da Villa Petriolo a MondoMerlot


Serberto 2008, il nuovo Merlot in purezza di Villa Petriolo, è reduce dall'importante manifestazione MondoMerlot, svoltasi ad Aldeno (Trento) nel we appena trascorso.
Tra altri grandi nomi dell' universo enologico, il Merlot di Villa Petriolo ha meritato un posto di rilievo. Presso il Castello del Buonconsiglio di Trento, sabato 23 ottobre si è inagurato l'evento speciale New Merlot – La rivincita del piacere, curato da Civiltà del bere e condotto dal giornalista Cesare Pillon. Quattro produttori vinicoli hanno presentano le loro nuove interpretazioni del Merlot, due in anteprima mondiale e due debuttanti: oltre a Villa Petriolo, presenti Roberto Cristoforetti di Urlari (Toscana), Jacopo Biondi Santi di Castello di Montepò (Toscana), Paolo Marzotto di Baglio di Pianetto (Sicilia).
Serberto è stato dedicato a mio marito, Roberto Silva - padre della mia piccola Lavinia e, da sempre, grande amante del Merlot - e all'appellativo che, durante il Rinascimento, si applicava, in segno di onore, ai componenti maschi della società, tra cui il padre di Leonardo Da Vinci, Ser Piero, la cui famiglia di orgine proveniva dal Montalbano, sulle cui colline il Genio universale ha vissuto la fanciullezza.
In etichetta, il simbolo dell'abbreviazione di "Ser" utilizzato da Leonardo Da Vinci nei suoi Codici. Un'immagine sobria, essenziale, per un vino che vuole essere un omaggio onesto alle potenzialità del territorio di origine. Laddove ci si confronta con correttezza, la terra dona, da sé, frutti meravigliosi. Una mano dell'uomo non invasiva, rispettosa, capace di far nascere ed emergere dalla natura il meglio che essa può regalare.
Il Merlot, coltivato nella migliore esposizione sulle colline di origine Pliocenica della tenuta, ha dimostrato infatti di sapere esprimere ed esaltare questo territorio. I terreni sabbiosi, sciolti, ma allo stesso tempo dotati anche di una buona presenza di limo ed argilla, consentono a qusto vitigno di produrre uve che, pur mantenendo inalterate le caratteristiche varietali, permettono di ottenere un vino elegante ed espressivo.
L’affinamento di Serberto avviene in tonneaux di legno nuovo da 500 litri per 15 mesi, per garantire un bilanciamento tra l’irruenza del tannino e l’invadenza del legno. “Il risultato è un vino molto piacevole, con un tannino fitto e setoso e strettamente legato all’ossigeno. Il legno si porta a spasso questo vino nel tempo”, racconta Federico Curtaz, autore di Serberto.
Serberto
Questo mio nuovo vino mi ha consentito di far pace col Merlot prodotto in Toscana, come recita il titolo di un articolo uscito su un noto giornale di enogastrononia online siciliano, Cronache di gusto, sul quale si parla della mia annosa 'antipatia' per un Merlot che non provenga dal suo territorio di storica e blasonata origine, il Saint Emilion. La mano gentile di Federico mi ha accompagnata però verso questa felice conversione: il 'grande seduttore abbandonato', come lo definisce Fabio Rizzari de L'Espresso, in Toscana mi ha riconquistata. Produrre Serberto è stato un modo per riannodare fili importanti con la mia terra, la mia famiglia, la mia identità: questa nuova avventura col Merlot mi ha aiutata ad espandere i miei confini, a rigenerarmi e creare. Serberto, così, diventa un' 'opera' compiuta, il frutto di un amore, tra la natura e l'uomo, l'uomo e la donna, che si uniscono e si fanno 'cosa medesima'. Un vino, un luogo dell'anima, dove placarsi e trovare riposo.
A Serberto sarà dedicata, nei mesi a venire, una comunicazione specifica, improntata alle contaminazioni tra l'arte e la cultura del territorio. Suggestioni antiche per sensibilità moderne.
«Muovesi l'amante per la cos'amata come il senso e la sensibile e con seco s' unisce e fassi una cosa medesima"
Leonardo Da Vinci

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