“Murder by Death” & “The Cheap Detective”
Questo mese parliamo di due delle commedie più divertenti degli anni Settanta, Death by Murder (1976) e The Cheap Detective (1978).
Nate dalla penna del grande Neil Simon, le due pellicole sono state entrambe dirette dal dimenticato Robert Moore, regista di Broadway prestato al cinema in solo tre occasioni (la terza, Chapter 2, è anche essa una collaborazione con Simon).
Death by Murder (da noi Invito a cena con delitto), mette la parola definitiva sul genere del giallo classico, il cosiddetto “whodunnit”, in particolare quello ispirato ai libri di Agatha Christie. Non per niente, la trama è fondamentalmente quella di Dieci piccoli indiani, ma con un twist alquanto imprevedibile. I protagonisti, che si riuniscono in una villa di campagna, su invito del misterioso padrone di casa, infatti non sono persone comuni/qualsiasi, ma i detective più famosi del mondo! Abbiamo quindi Sydney Wang (Charile Chan), Dick e Dora Charleston (Nick e Nora Charles), Milo Perrier (Hercule Poirot), Jessica Marbles (Miss Marple) e Sam Diamond (Sam Spade e Richard Diamond). Il gruppetto, una volta riunitosi, fa la conoscenza di Lionel Twain, un miliardario eccentrico, che cova un profondo odio nei confronti dei detective. La sfida che lancia è semplice. A mezzanotte sarà commesso un delitto, il cui colpevole e la cui vittima sono entrambe tra i presenti. Un premio da un milione di dollari, andrà a chi riuscirà a risolvere il caso.
(1978).
Invito a cena con delitto si rivela un divertimento sofisticato, grazie ai dialoghi di Simon e a un all star cast, che fa tremare i polsi. Peter Sellers, David Niven, Maggie Smith, James Coco, Elsa Lanchester, Peter Falk e Eileen Brennan. Inoltre, troviamo Alec Guinness (che nelle pause sul set leggeva la sceenggiatura di Star Wars) nel ruolo del cameriere cieco, Nancy Waker che interpreta la cuoca sordomuta e, come ciliegina sulla torta, Truman Capote nei panni del miliardario.
Al momento della soluzione del caso, intricato e assolutamente privo di ogni logica, diventa evidente come il personaggio di Lionel Twain non sia altro che il sostituto dello spettatore. In nome del pubblico (e del lettore di romanzi gialli) Twain si vendica nei confronti degli investigatori, ma soprattutto degli scrittori (nello specifico, Agatha Christie, Dashiell Hammett e Earl Derr Biggers), i quali rendono impossibile ai lettori di scoprirei colpevoli. L’accusa è riassunta brillantemente nel monologo finale di Capote:
“Voi siete stati tanto furbi per tanto tempo, che non sapete essere umili. Avete giocato, ingannato i vostri lettori per anni. Ci avete, torturati con finali senza capo ne coda. Nelle ultime pagine dei vostri libri gialli avete messo dei personaggi che non si erano mai visti. Avete sottaciuto indizi e notizie essenziali, rendendoci impossibile scoprire chi era l’assassino, ma adesso, le carte sono state scoperte. Milioni di lettori di libri gialli inferociti, avranno finalmente la loro vendetta!”
Poco dopo l’uscita del film (presentato in anteprima al Festival di Venezia), furono tagliate quattro scene (tra cui una, nel finale, in cui apparivano dei sosia di Sherlock Holmes e del Dr. Watson). Purtroppo queste scene non sono state reinserite in alcuna delle edizioni DVD disponibili, neanche come contenuti speciali, pur essendo presenti nell’edizione televisiva americana. Per il momento sono visibili qui:
http://www.youtube.com/watch?v=Ge77QeBmlpE
http://www.youtube.com/watch?v=QHEiT8VXUyQ
http://www.youtube.com/watch?v=qxsBS97T4q8
http://www.youtube.com/watch?v=R5oBeFUDllM
Una nota a margine infine va fatta per il doppiaggio italiano, che pur essendo ottimo, sacrifica alcuni giochi di parole nella traduzione dall’inglese. Nell’insieme però, questo non influisce affatto sul divertimento.
Il film, probabilmente è stato anche l’ispirazione primaria per la commedia grottesca di Pupi Avati, Tutti defunti tranne i morti (1977), che a sua volta reinterpreta il genere in maniera alquanto bizzarra e interessante.
Dopo il grande successo di Murder by Death, Simon e Moore si riuniscono per il seguito – o meglio spin-off – partendo dall’unico personaggio in grado di reggere la durata di un intero lungometraggio. In The Cheap Detective, ritroviamo quindi Peter Falk nel ruolo del detective privato, ma questa volta inserito nel suo contesto originale, quello dei film hard-boiled. Anche se il nome non è più Sam Diamond, ma Lou Peckinpaugh (ovviamente un omaggio al grande regista del Mucchio selvaggio), si tratta dello stesso personaggio. Come nel film precedente ha poco senso riportare la trama, ma i due modelli di riferimento sono The Maltese Falcon (Il mistero del falco, 1941) e Casablanca (1942), anche se non mancano riferimenti a Chinatown (1972), To have and have not (Acque del Sud, 1944) e naturalmente The Big Sleep (Il grande sonno, 1946).
La ricostruzione dell’epoca, dalle scenografie (il film è stato girato completamente in interni) ai costumi è perfetta, ma si traduce anche nelle messa in scena. Riprese e inquadrature, prese direttamente dai film di cui sopra, spesso con l’inserimento di una gag visiva, rendono il risultato unico. In questo The Cheap Detective è secondo solo al Frankenstein Jr. (1974) di Mel Brooks. Va sottolineato però, che se, ad esempio, alcune pellicole di Gene Wilder, sono chiaramente d’ispirazione brooksiana (Il fratello più furbo di Sherlock Holmes, Il più grande amatore del mondo, Luna di miele stregata), i due film di Moore hanno una loro dimensione ben precisa e separata dalle pellicole di Brooks. Grazie alla voce distinta di Neil Simon, che regala una quantità impressionante di dialoghi brillanti. Non si contano, le scene o gli scambi di battute memorabili.
L’interpretazione di Falk merita una nota a parte. Spesso ricordato e identificato soltanto per Columbo (un personaggio riuscitissimo, sia chiaro), ha dato volto a personaggi di ogni tipo. Dal killer in Murder Inc, alle collaborazioni con l’amico Cassavetes, alle commedie come The Brink’s Job, The In-Laws o All the Marbles. Sam Diamond e Lou Peckinpaugh non sono Columbo inserito in un altro contesto. L’ispettore dal perenne sigaro in bocca è chiaramente un personaggio degli anni Settanta, mentre i due personaggi nei film di Moore sono modellati sul Bogart degli anni Quaranta. Funziona, perché è evidente che avrebbe potuto interpretarlo anche in modo serio.
Ovviamente, il notevole cast contribuisce in maniera decisiva al risultato finale e include, oltre a Falk, i brooksiani Dom De Luise e Madeline Kahn (strepitosa, come sempre), Eileen Brennan e James Coco (in ruoli diversi da quelli in Murder by Death), Louise Fletcher, Ann-Margret, Vic Tayback, Marsha Mason, Abe Vigoda, Scatman Crothers, Paul Williams e due leggende di Hollywood come Sid Ceasar e John Houseman. Ognuno di loro interpreta un personaggio, che omaggia quelli presenti nei classici già citati. Allo spettatore il divertimento di riconoscerli.
The Cheap Detective, a parere di chi scrive, è anche più divertente di Murder by Death, ma il recupero di queste due memorabili parodie è vivamente consigliato.
Paolo Gilli
Scritto da Paolo Gilli il ott 4 2012. Registrato sotto DOUBLE BILL, RUBRICHE, TAXI DRIVERS CONSIGLIA. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione