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Muri di carta velina

Creato il 06 novembre 2012 da Nonchiamatemiborgia @nonsonoBorgia
Sapete, io sono cresciuta in una grande casa, immersa in un piccolo (minuscolo) paesino di provincia. Uno di quei paesi stile Casa nella prateria, dove ci sono lunghe distese di prati e mais, dove i bambini giocano in piazza. Sì, insomma, in uno di quei paesini dove non c'è nulla, a parte la compagnia del tuo vicino. Bello, perchè si è immersi nella natura, perchè si vivono ancora quei rapporti rionali, ma c'è da dire che dopo un po' ti vien voglia di cambiare, di avventurarsi verso nuovi orizzonti, sperimentando altri ritmi e sistemi di vita.
La mia prima volta è stata quando ho fatto fagotto e mi sono trasferita a Trieste: “Voglio studiare per diventare una giornalista” dissi io. Preparate le valigie in cui praticamente avevo riversato il mio armadio, mi sono ritrovata in un appartamentino in centro città, un appartamento piccolo (ma negli annunci immobiliari sicuramente viene decritto come grazioso, che è un perfetto sostituto), in una camera che condividevo con la super-amante dell'ordine L. Trieste, seppur sia una città di medio-piccole dimensioni, rimane pur sempre una città. E per una che è cresciuta in mezzo al nulla, l'idea di avere il supermercato sotto casa era una cosa che la rendeva felice. “Devo comprare assolutamente qualcosa per cena. Vado al supermercato che c'è qui sotto”. Sorriso. “Dai beviamoci una birra. Ma non ce le abbiamo...Aspetta che vado nel bar qui sotto”. Sorriso. “Non ho cazzi di preparare la cena. Chiamiamo i cinesi che ci portano la cena proprio sulla porta”. Sorrisone. Quindi avete capito, i servizi che una città ti può offrire in qualche modo ti rendono la vita più facile e potrei dire anche ecologica, perchè molto spesso piuttosto di mettersi al volante (specialmente a Trieste), si preferirebbe rotolare su una lunga distesa di lamette per poi tuffarsi in una megavasca piena di alcool rosa. No, giusto per spiegare che guidare a Trieste può essere folle.
Comunque dicevo che ai tempi dell'università vivevo in questo piccolo appartamentino, che dava su una via molto trafficata della città. Pareva una palazzina tranquilla, finchè io e le mie coinquiline non abbiamo incontrato Lei. Bionda, magra e tette di gomma. La chiamammo DarlaVia, per le sue origini russe e per i suoi particolari giri. Un continuo viavai di gente popolava il condominio, la musica popolare russa (roba di nicchia ragassi) messa a tutto volume alle 4 del mattino ci “faceva compagnia”. Soprattutto quando il giorno dopo dovevi dare un esame impestatissimo. A Trieste quindi ho ricevuto la mia prima lezione di “Vivere in condominio: il fascino dei muri di carta velina”. Si sentiva tutto. Si sentiva quando DarlaVia aveva ospiti, si è sentito quando quelli di sopra hanno litigato furiosamente, si è sentito (e visto, oltretutto) quando il marito ha deciso di prendere le sue cose e andarsene. Si è sentito quando lo stronzo di sotto si metteva a trapanare i muri alle 7 di domenica mattina. Si è sentito quando la coppietta felice si è trasferita nell'appartamento accanto. E poi si è sentito quando hanno deciso di festeggiare in serata. Più che altro si sentiva lei. Vabbè, alla fine ricorderò sempre con un sorriso questi momenti. A parte quelli legati al tizio che faceva i lavori in casa a ore assurde: o la mattina all'alba, o la sera alle due.
Dopo l'università me ne sono ritornata a casa, riconquistando le mie vecchie abitudini, riconquistando l'intimità della mia megacasa in mezzo alle praterie. Non abito più in quella strada ipertrafficata con livelli di smog imbarazzanti. Non c'è DarlaVia, non c'è il tizio che si impegna nel fai da te, non c'è la coppietta felice. Ho recuperato tutte le mie vecchie abitudini, senza troppi problemi.
Poi, però, ho deciso di venire a Londra per quel corso alla London School of Journalism. E mi sono rimessa alla ricerca di un appartamento. Back to the past. I muri sono di carta velina e ho potuto appurare che sì, anche in questo condominio ci vivono certi personaggi. C'è la coppietta felice che tromba come se non ci fosse un domani e dovesse raggiungere qualche guinness dei primati. C'è la coppia che litiga di continuo. C'è il tizio che sposta mobili tutto il giorno perchè probabilmente ha un disturbo ossessivo compulsivo. Però devo dire che manca un personaggio che corrisponda a Lei, DarlaVia. E un po' mi dispiace, perchè dava sicuramente un po' di colore al condominio di perbenisti. Di certo non mi manca la musica popolare russa, che vi assicuro sembrava un misto fra Anna Tatangelo, Gianni Drudi e Raoul Casadei. Ecco, so già che la vostra espressione è fra l'incredulo e il terrore, ma era giusto per spiegarvi.
Quindi alla fine della fiera mi sono detta che forse, dietro ogni condominio, si nascondono grandi personaggi, più o meno rispettabili, ma ciò poco conta. E magari, se indagate, anche voi vi accorgerete che nel vostro palazzo si celano personalità eccentriche, particolari, o semplicemente gente con una spiccata capacità di rompere i maroni. Alla fine basta ascoltare. Esattamente come ho fatto io due sere fa, nel mio delirio da febbre alta. Stesa sul letto, pregando ogni tipo di divinità per farmi star meglio, ho cominciato a sentire rumori di origine animale. E poi cigolii intermittenti.
E io, con i miei 38 e più di febbre sono riuscita a rendermi conto che il mio destino è di avere sempre la camera sotto l'appartamento della coppietta felice. E vi assicuro che questi, secondo me, il guinness dei primati lo vincono.

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