Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli e la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli dedicano una mostra al “più grande artista del mondo”, inaugurata il 6 febbraio dalla Brigataes a Napoli e che per la prima volta mostra al pubblico i reperti antropologici e materiali di scavo provenienti da un presunto ritrovamento, avvenuto negli anni Trenta presso l’acropoli di Cuma, che proverebbe l’esistenza di un artista di proporzioni gigantesche vissuto quarantamila anni fa.
“Nel 1938 gli operai dell’archeologo Amedeo Maiuri, – racconta la Brigataes – durante gli scavi sulla sommità dell’acropoli cumana, scoprirono, sul fronte occidentale del cosiddetto Tempio di Giove, alcuni enormi frammenti ossei. Il famoso paleontologo Ralph von Koenigswald, già impegnato nella ricerca del Gigantopithecus, avvertito della scoperta si recò sul luogo aggregandosi ai ricercatori e riportando alla luce i reperti di cui disponiamo.
Emersero dal terreno eccezionali resti scheletrici e una frazione di lastra in pietra con traccia di pittura rupestre che rivelava una forma simbolica sconosciuta a cui von Koenigswald, attento lettore di Joyce, diede il nome di Chaosmos. E proprio questo elemento dipinto, immediatamente associato alle dimensioni delle ossa della mano, portò lo studioso a ritenere la creatura appena ritrovata il più grande artista del mondo.Questi preziosi materiali erano pronti per l’allestimento di un’esposizione epocale che avrebbe dovuto tenersi nel museo napoletano nel 1939 e che non fu mai realizzata a causa delle vicende belliche. Vennero conservati e dimenticati per quasi un secolo fino alla recente riscoperta avvenuta in seguito all’inatteso rinvenimento – nel corso di una ricerca archivistica della Brigataes – di un faldone contenente la documentazione dello scavo e le indicazioni sulla loro collocazione in una sezione remota dei magazzini.”
La mostra è coordinata da Marco De Gemmis e dall’Associazione ES ed è stata realizzata con il contributo della Fondazione Banco di Napoli ricevendo il Patrocinio della Regione Campania, del Comune di Napoli e il Matronato del Museo MADRE. L’esposizione di carattere storico-documentario presenterà ciò che rimane delle imponenti ossa e della grande opera, ma anche documenti, libri antichi (fra cui il testo “Gigantologia” di Emiddio Manzi) e manufatti litici rinvenuti nella zona di scavo, inoltre una videoproiezione proporrà il filmato girato all’epoca nel luogo della scoperta e restaurato dalla Brigataes.
Esposizione nella Sala della Meridiana del MANN
La mostra sarà ospitata nella Sala della Meridiana del Museo Archeologico Nazionale di Napoli dal 6 Febbraio 2015 al 09 Marzo ed è visitabile tutti i giorni, tranne il martedì, dalle ore 9.00 alle 19.30.
Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Piazza Museo Nazionale, 19.
Costo del biglietto: 8 euro
Per info: tel. 081 4422149; indirizzo e-mail [email protected]
SITO UFFICIALE: www.ipgadmproject.altervista.org