Non essendo un alto borghese, né un collezionista, né un antiquario, né un cazzo niente, ma dato che ho fortemente in uggia la letteratura memorialistica e catalogatoria, forse per la mia origine plebea, la mia scarsa educazione, la mia assente sensibilità verso ogni forma di reliquia - ecco che con molta disinvoltura e dimolto pelo sullo stomaco, manifesto il mio giudizio tranciante: la casa-museo del nobel Orhan Pamuk ha proprio rotto i coglioni.
Poi, però, ho pensato che, ognuno, nel suo piccolo, nella miseria della sua quotidianità, potrebbe raccontare, per filo e per segno, la storia degli oggetti che accompagnano il suo vivere, a cominciare dal bagno, luogo sacro dell'espurgo e della nettezza corporale (e non solo). Sotto, alcune istantanee del mio scaffalino da bagno in legno ikea, così come si trovano (scusate il disordine). Per ognuno di essi potrei, potenzialmente, raccontare qualcosa. Lo faccio? No, perché non vorrei poi rischiare di vincere il nobel per un bagno che non è nemmeno turco.