Magazine Musica
L’INTERVISTA Che cosa ha fatto scattare la molla… perché dopo tanti anni avete ridato vita al Museo Rosenbach? La molla che ha rimesso in moto il Museo non è scattata improvvisamente, si era solo allentata per l’usura del tempo e per i diversi impegni di ciascuno di noi. Giancarlo ha continuato a suonare nel professionismo, Lupo ha cominciato una fase di cover singer e io ho continuato a comporre e a suonare ( Exit). Ti posso dire che lo scatto della molla è avvenuto di colpo per quanto riguarda il ritorno alla suite di Zarathustra, nel senso che è stata decisa la reprise solo un anno, fa quando ci siamo detti: “ Ma adesso sappiamo rifare il nostro album d’esordio?” Riesci a sintetizzare cosa si prova nel ritrovarsi a distanza di lustri, seppur con l’innesto di qualche forza nuova? Mi ha colpito la scrittura del 1973, nella quale ho ritrovato tutto il mio background formativo… Gentle Giant, Jehtro Tull. Genesis … Banco… poi risuonandolo ho approfondito passaggi che allora eseguivo d’istinto. L’inserimento di nuovi musicisti è stato un arricchimento sia umano che musicale. Quando ho sentito suonare Andy Senis ho capito che dovevo lasciare il basso a lui. Per poter dare dal vivo la completezza della partitura ci volevano due chitarre e due tastiere così la band è lievitata. Che cosa significa, dal punto di vista strettamente tecnico, realizzare Zarathustra con gli attuali mezzi a disposizione? La prima differenza riguarda l’uso del mellotron M400… non più nastri calanti! Il suono usato oggi è un campionamento d’accordo ma anche i nastri lo erano e davano enormi problemi soprattutto nei live; per il resto i mezzi di cui disponiamo permettono un lavoro di preparazione più accurato, uno scambio di provini decisamente agevole… e poi una registrazione più controllata nei settaggi. Come nasce l’idea di un live in studio? Nasce dal Tempio delle Clessidre, quando abbiamo sentito la loro versione ci siamo posti la domanda di cui sopra; una sera Gian mi ha fatto notare che MAI negli anni 70 avevamo registrato la suite a parte un frettoloso provino apparso su “Rare and” (Mellow records) e allora, con il ritorno stabile di Lupo, la riesecuzione è entrata a far parte di un progetto live più articolato. E’ come se avessimo registrato il primo tempo di un film… Il messaggio che proponevate 40 anni fa con l’ausilio delle liriche di Mauro La Luce appare più che mai uno stimolo verso la riflessione. Occorre essere un superuomo per rinunciare a ciò che da sempre ci appare indispensabile, nel tentativo di trovare la serenità? Può sembrare un gioco di parole ma il superuomo è l’uomo normale, non condizionato pesantemente da pregiudizi o ipocrisie, in grado di rapportarsi alla natura con spontaneità e innocenza, con la capacità di apprezzare i suoi doni e di prevedere il suo corso di fronte al quale è sostanzialmente impotente. Il superuomo è un uomo integrato nell’ambiente che gli è toccato. La serenità viene da questa pacata accettazione del suo destino. Il decadimento rappresentato nella cover è di forte impatto e nonostante profumi di antico, appare come simbolo del presente. Come nasce l’art work dell’album? Siamo partiti dall’immagine di un Museo all’interno del quale trova posto il messaggio di Zarathustra; è una cover spaziale nel senso che abbiamo voluto ricostruire un luogo; la decadenza deriva dal fatto che il Museo Rosenbach vuole essere uno specchio, un piccolissimo riflesso del mondo in termini musicali e iconografici. L’immagine del nostro mondo oggi non può che rimandare ad un senso di decadenza, di polvere che deve essere rimossa. Che cosa ha lasciato il tempo sui tre pilastri del “Museo” (Galifi, Golzi e Moreno), qualche ruggine prog eliminata rapidamente o solo un positivo accumulo di esperienza musicale? La seconda che hai scritto! La musica in generale (non mi riferisco a quella del Museo) è così profonda che di esperienza non se ne ha mai abbastanza. Suonare è una gioia che supera qualunque età e i tre “storici” pilastri hanno bisogno di aggirare\ingannare il Tempo. Come nasce la collaborazione con Aerostella e quali sono i maggiori vantaggi nel lavorare con Iaia De Capitani? Iaia è molto competente ed è una persona con la quale ci sentiamo tranquilli. Da parte sua ci sono state gentilezza e chiarezza, atteggiamenti necessari per un buon lavoro d’equipe.
Come giudichi l’attuale stato della musica progressiva? E’ un buon momento per riproporla? Ti sembrerà strano ma non ascolto molta musica prog, e non è per presunzione; in generale quando lavoro sulla composizione evito di ascoltare. Quando ascolto soltanto vado sui classici del rock e della musica classica. Per quanto riguarda la seconda domanda mi sento di risponderti che è sempre un buon momento per riproporre musica di qualunque genere essa sia.
Siamo vicini al vostro viaggio in Oriente, dove il pubblico ha fame di prog, soprattutto italiano (e Lupo ne sa qualcosa). Può essere per voi un punto di partenza che vi conduca anche verso un nuovo album? Il nuovo album è quasi pronto e ha la stessa struttura di Zarathustra: una suite e alcune canzoni di completamento. C’è quindi un concept con una tematica non estranea al mondo del disco che ci ha portato così fortuna. Sarà un affresco a volte crudo nei suoni e nei testi e svilupperà i temi indicati dal nostro amico profeta. Il Giappone ci ha dato molte soddisfazioni in termine di vendite e di popolarità. Stiamo lavorando per essere all’altezza dell’appuntamento.
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Van der Graaf Generator, di Giuseppe Scaravilli
Pur facendo parte a tutti gli effetti del cosiddetto “Progressive Rock”, i Van Der Graaf Generator hanno fatto (e continuano a fare) semplicemente musica dei Va... Leggere il seguito
Da Athos56
MUSICA -
TOUR DATES 06 - 07 GIUGNO 2015, di Zia Ross
TOUR DATES 06 - 07 GIUGNO 2015Sabato 06/06BLUE NOTE - Via Borsieri, 37 - Q.re Isola- MILANO(MI)NEW YORK VOICESinfo: 02/69016888 - www.bluenotemilano.com -... Leggere il seguito
Da Athos56
MUSICA -
Scrittura Industriale Collettiva – In Territorio Nemico
8 settembre 1943. La voce di Eisenhower riecheggia dalle casse di Radio Algeri alle 17:30, per annunciare l'armistizio, e l'Italia, un po' indecisa se... Leggere il seguito
Da Iyezine
MUSICA -
Il tour europeo della PFM: era il 1973, di Wazza
26 agosto 1973 - Reading Festival UKDopo aver registrato a Londra nel gennaio 1973 "Photos of Ghosts", Pete Sinfield, oltre a scrivere i testi, decise di... Leggere il seguito
Da Athos56
MUSICA -
Barock Project-"Skyline"
Avevo ormai perso ogni speranza di poter interloquire con Luca Zabbini e dintorni, ovvero i Barock Project. Li avevo scoperti tre anni fa, quando qualcuno mi... Leggere il seguito
Da Athos Enrile
CULTURA, MUSICA -
Camelias Garden-"Kite"
A distanza di un paio di anni i Camelias Garden ritornano all’impegno discografico, e dopo il sorprendente You Have a Chance realizzano Kite. Leggere il seguito
Da Athos Enrile
CULTURA, MUSICA