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Muses: La decima musa di Francesco Falconi

Creato il 27 maggio 2014 da Anncleire @anncleire

 Muses: La decima musa di Francesco Falconi

Mi muovo. Cammino. Brancolo nel buio, cercando una via di uscita. Mi basterebbe un solo

bagliore, una scintilla di luce che scacci via questa infinita pazzia. Che mi faccia tornare in me.

Nuoto in un mare di oscurità. Non vedo nulla.

Non sento alcun rumore. Sono solo un’ombra impalpabile, un soffio di vento nella notte.

Non trovo vie d’uscita. Mi sono persa nel labirinto della memoria. Sono il passato, il presente

e il futuro.

Poi, d’improvviso, un suono. Un sibilo che mi trafigge le tempie.

E urlo. Con tutta la forza che mi è rimasta.

 

“Muses: La decima musa” è il secondo volume della duologia di Francesco Falconi iniziata proprio con “Muses”. Come ha scritto Falconi nei ringraziamenti, Alice De Angelis non aveva detto tutto di sé, ogni piccolo frammento della sua vita meritava una conclusione più ampia, un viaggio più lungo, una narrazione più esaustiva. E con una certa ansia ammetto che lo scrittore toscano si è anche superato, creando una storia avvincente, emozionante, palpitante che non si ferma di fronte a rivelazioni schiaccianti e colpi di scena imprevedibili.

 

Una ragazza adottata, una musicista straordinaria, l’incarnazione della Musa della Musica… Chi è davvero Alice De Angelis? Dopo aver sfiorato la morte, Alice giace in coma in ospedale. La mano

che ha tentato di ucciderla voleva eliminare la Musa della Musica, ma ha ottenuto un altro risultato. Alice scopre di avere un nuovo, terrificante potere: la capacità di vedere il presente attraverso gli occhi delle altre Muse. Immobilizzata in un letto, osserva la rete di amori, segreti e intrighi che sta tracciando i destini delle ultime Muse. Lo scontro finale è alle porte, i nemici sono sempre più forti e agguerriti. Alice dovrà farsi forza e combattere contro se stessa. Lottare per chi ama, sfidare i misteri del passato, e scoprire gli straordinari poteri della misteriosa Decima Musa…

 

E’ sempre Alice che racconta la sua storia, ma questa volta non si tratta di un canto solitario, ma una narrazione corale che si nutre dell’esperienza delle altre muse sue sorelle. La storia allora si affastella, si incastra con l’esperienza, i ricordi, le vicende delle altre muse per regalare un quadro più esaustivo e una percezione più accurata di quello che succede. Alice fa da tramite ma si ritrova a vivere in prima persona le vicende che scruta, si ritrova in effetti a pagarne le conseguenze. Sei mesi di coma l’hanno resa debole, l’hanno privata della consapevolezza di quella che era lasciandola in preda agli eventi. Ma Alice non è più la ragazzina spaventata del primo volume, non è più quella palla di rabbia e irrazionalità che avevamo conosciuto nelle prime pagine di Muses, no Alice è diversa, ha la consapevolezza di essere una donna forte, una ragazza che si è creata un mondo di possibilità con le proprie mani, con la propria dedizione, con tutto quello che l’ha caratterizzata fino a quel momento. Stille di vita che sono esplose e che si raggrumano intorno a lei. Niente è come sembra e Falconi è straordinario in questo, non c’è niente di semplice, di circonciso, di lineare. La trama è un intreccio, un po’ come quello creato dalle Parche, che assume connotati più oscuri, la vicenda diventa più tragica, con un climax sorprendente che Falconi è bravissimo nel gestire. Il passo veloce, il ritmo sostenuto non perdono mai di smalto, ma anzi sono cadenzati in maniera perfetta, lasciando il lettore sul filo del rasoio e bramoso di avere altri elementi, altre vite, altre prospettive. Lo scontro centenario tra Pragmatici ed Eclettici che siamo venuti a scoprire nel primo volume si complica ulteriormente perché di fondo non ci sono altro che personalismi e interessi meschini, i sentimenti, quelli che rendono l’essere umano fragile e debole, la fanno da padrone. Le scelte, che i protagonisti si ritrovano a dover intraprendere si perdono in sfumature grigie, il rimorso, il dolore, la vendetta sono protagonisti in maniere impreviste e tragiche e lasciano un amaro in bocca difficile da digerire. Alice stessa è costretta a meditare razionalmente, a capire cosa è più importante, per cosa vale la pena lottare. Il suo ruolo, che si trasforma, è di impatto e assolutamente di rilievo, nonostante sia continuamente circondata da dubbi e incertezze.

Sotto quello spesso strato di fondotinta ci sono lividi e cicatrici, marchi a fuoco del mio passato. Perché tutta la mia vita ruota attorno a un susseguirsi di ferite. Senza di esse non esisterebbe un briciolo della mia identità. Sono la matrice emotiva della mia crescita.

E la crescita è sicuramente uno dei temi forti del romanzo, insieme al perdono e alla realizzazione di avere per le mani un destino che è molto più grande. Ma quello che mi ha stupito più di ogni altra cosa è il fatto che Falconi non fa del moralismo, non ha risposte spicce, tutto si compenetra in una realtà caotica e sgangherata molto più ampia e forte di quella che si poteva immaginare. Gli errori sono enfatizzati, proprio perché i protagonisti sono imperfetti, sono vincolati dalla loro umanità.

Si sbaglia sempre. Si sbaglia per rabbia, per amore, per gelosia. Si sbaglia per imparare. Si sbaglia per poter chiedere scusa, per crescere e maturare. Si sbaglia perché non si è perfetti, si è umani.

E si i vari personaggi sono dotati di poteri straordinari, le muse hanno il dono di plasmare l’ispirazione e arrivare a grandi risultati, ma ognuna di loro è tragicamente imperfetta, ogni musa è segnata dal dolore, dalla perdita, da una vita che colpisce implacabile sentimenti puri, trasformando la loro esistenza in un continuo tentativo di redenzione e di trasformazione. Sembrerebbe tutto tragicamente sconnesso, eppure ogni pezzo è importante per costruire la grandiosità del tutto. Alice emerge, come una sirena dal mare, tutto e niente, intrecciata alla magia dell’insieme, a quella mitologia che entra prepotente nell’era moderna e se la divora in mezzo ai mosaici dell’Antica Roma, con la consapevolezza, finale e ineluttabile, di aver superato tutto, anche l’atto finale.

Il circondario dei personaggi secondari diventa allora una somma che aggiunge fascino e mistero e continua a contrapporsi in ruoli che non sono mai chiari, ma che anzi si rigenerano continuamente nella trama, che si tinge di nero.

L’ambientazione che da Londra si trascina a Roma, resuscita in qualche modo il mondo antico, per riempirlo di una tecnologia e di una modernità pericolose e inquiete che lasciano spazio a giochi di potere e creature mirabili, che non danno niente per scontato.

Il particolare da non dimenticare? Una bara nera…

Un’opera mirabile, sconvolgente, che non perdona, che affonda nella carne e nel cuore di Alice per regalarci un finale epico, una trama ben costruita e una prosa mirata e d’effetto che non lascia nulla al caso. Una conclusione dai chiaroscuri incerti, che lascia molte domande e poche risposte, pronta a sconvolgere il lettore e a portarlo in un mondo vivo e coinvolgente, che rimane a lungo nel suo cuore. Meraviglia.

Buona lettura guys!

 

Muses: La decima musa di Francesco Falconi

 

 

Muses: La decima musa di Francesco Falconi

 

Volete sapere qualcosa di Francesco Falconi?

Francesco Falconi è nato a Grosseto nel 1976. Da sempre amante del fantasy, dal 2006 a oggi ha

pubblicato quattordici libri. Vive a Roma. Di Muses, il primo volume uscito nel 2011, sono stati

acquisiti i diritti cinematografici.

Dove trovarlo:

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