Music is in the air…

Da Pendolo0

Oggi pomeriggio il treno è particolarmente tranquillo, un’ottima occasione per andare un po’ avanti con il mio libro. Immersa nella lettura, non mi accorgo che in una delle innumerevoli fermate intermedie è salito un ragazzone, grande e grosso, con il cavallo dei jeans pericolosamente basso, una felpa scura e una cesta di capelli arruffati. Nonostante lo scompartimento sia quasi vuoto, siede in uno degli strapuntini del vestibolo, lo vedo dal vetro della porta che separa le due aree.

La mia attenzione viene catturata da questo personaggio nel momento in cui lo vedo piegarsi in avanti, lentamente. “Oddio, si sarà sentito male?” penso tra me e me, mentre la sua schiena continua a incurvarsi e il suo mento ormai tocca la punta delle ginocchia. Quando ormai penso che stia per rovinare per terra, con uno scatto si tira su. Ma non si ferma, arrivato all’apice, la testa di nuovo protende in avanti. Questa volta non si piega troppo, inizia a oscillare, avanti e indietro, lentamente. A questo punto inizio a pensare che abbia qualche problema al livello neurologico, non riesco a spiegarmi certi spasmi altrimenti. Sta ancora oscillando pericolosamente quando le sue mani, distese sulle cosce, si chiudono in una posa  quasi rattrappita, la destra, al livello della vita, inizia a ruotare spasmodicamente, la sinistra un po’ più in alto, si muove a scatti. “Deve avere proprio dei problemi grossi”, penso. La testa continua a oscillare, sempre più velocemente, come in trance.

Ed ecco, alla fine, la risposta. La porta si apre e dal vestibolo sento un brusio ritmato, inizio a intuire la soluzione del mistero, che mi è chiara quando vedo dalle orecchie del ragazzo spuntare due fili bianchi che vanno a finire nella tasca dei jeans: sta solo ascoltando la musica con le cuffiette e si è fatto un po’ troppo prendere dall’assolo di chitarra probabilmente. Ed io, che pensavo fosse un po’ pazzerello… in realtà era soltanto  lanciato in un’improvvisata esibizione  di “air guitar”!! Piuttosto… chissà qual era il pezzo che stava ascoltando con così tanto trasporto…



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