Frank Ocean “Channel Orange” Volete un nome, un nome solo per definire il suono migliore della nuova scena R’n’B o se preferite arrenbì americana? Nessun dubbio: Frank Ocean. Già crooner per il collettivo hip-hop Odd Future, già lanciato da Jay-Z e Kanye West, il suo debutto in proprio “Channel Orange” è dinamite pura. Il disco di cui la scena r&B aveva bisogno dopo un periodo più blues che rhythm andato avanti diciamo dall’uscita dell’esordio di Janelle Monae un paio d’anni fa. Apice del disco una “Pyramids” che più che una semplice canzone è un trip alla “Paranoid Android” dei Radiohead e che fa capire come questa non sia roba per soli amanti del genere. Ma per tutti gli amanti della grande musica. (voto 8/10)
El-P “Cancer for Cure” Un disco cazzuto. Possiamo definirlo con termini più gentili e politically correct, ma snatureremmo il contenuto dell’album. Potente e incendiario. Mmm… anche se incendiario è un termine che è meglio non usare, dopo giorni di incendi appiccati da firestarters che evidentemente non hanno proprio niente di meglio da fare. Comunque, questo cancro come cura è un disco hip-hop in grado di far muovere la testa anche al pubblico rock, quello che arriccia il naso al solo sentire la parola rap. Ascoltare per credere, manica di infedeli. (voto 7,5/10)
Aesop Rock “Skelethon” Dopo El-P, un altro rapper che fin dal nome può piacere anche al pubblico meno hip-hopparo e più rockettaro. Ancora non vi fidate della mia sacra Parola? Siete proprio dei miscredenti… (voto 7/10)
Plan B "ill Manors" Piano A: diventare un rapper. Piano B: diventare un artista a tutto tondo. Indovinate cos’ha scelto uno che si chiama Plan B? Benjamin Paul Ballance Drew in arte Plan B è uno dei giovani talenti più completi e trasversali del panorama britannico e diciamo pure mondiale. È un rapper, ma è anche un cantante, ma è pure un attore e fa inoltre il regista e sceneggiatore. E non è come i vari Will Smith e Jennifer Lopez che fanno tutto e male. Lui fa tutto e bene. Come regista ha già diretto alcuni videoclip ma al cinema è ancora tutto da verificare. Però il suo film d’esordio ill Manors promette bene. Molto bene. La colonna sonora, naturalmente, l’ha firmata lui. Prima parte hip-hop tra nuovi suoni UK e poesia urbana, seconda parte strumentale e atmosferica. Piano A: ascoltare questo disco/colonna sonora. Piano B: diventare fan di Plan B. Cosa scegliete? (voto 7/10)
"Chissà perché dicono tutti che assomiglio a Steve Urkel..."
Labrinth “Electronic Earth” Non vi piace il rap italiano stile Fabri Fibra e Club Dogo? Non vi piace nemmeno il gangsta rap ammericano? Bene, io vi propongo un’alternativa. L’hip-hop made in UK di Labrinth, molto contaminato con la musica elettronica e con le sonorità dell’underground inglese, dalla dubstep al drum’n’bass. E se non vi piace nemmeno questo, non so che dirvi. Anzi sì: tornate a sentire i Cugini di campagna! (voto 6,5/10)Spoek Mathambo “Father Creeper” Tanto per non scontentare nessuno, ecco un altro artista che parte dal rap come scelta espressiva, per risputarlo fuori con una proposta estremamente varia e contaminata. Il suo hip-hop ha un approccio molto fisico e live, più dalle parti dei The Roots che di quelle di un Eminem, tanto per dare una vaga idea della sua musica, molto personale e pure un pizzico afro. E poi incide per la Sub Pop Records, un tempo l'etichetta dei Nirvana... (voto 7+/10)
Two Fingerz “Mouse Music” Questa è musica che è fatta con il mouse se non ti piaceva te ne stavi IN DA HOUSE! Questa di sicuro non è musica rap non l’ascolta chi ascolta 2Pac Two Fingerz “Mouse Music”
E a proposito di musica rap che non è proprio musica rap, ecco anche una proposta made in Italy: i Two Fingerz, combo crew electro hip-hop pop italiana formata da Danti e Roofio, hanno tirato fuori un nuovo album. Com’è? Divertente. Divertente credo sia la parola migliore per descriverlo. Divertente nelle musiche, basi e beats diretti al dancefloor e più veloci rispetto ai ritmi lenti tipici dell’hip-hop. E divertente nei testi, che sono fun-tastici. (voto 6,5/10)
B.o.B “Strange Clouds” Se cercate un disco di hip-hop mainstream, commerciale e easy-listening ma non scemo, B.o.B fa al caso vostro. Si fa introdurre dal vocione di Morgan Freeman, poppeggia insieme a Taylor Swift e a Ryan Tedder dei OneRepublic, ma non dimentica di darci dentro con il rap in compagnia di Lil Wayne e Nicki Minaj. Gioca un po’ troppo sulle collaborazioni però alla fine riesce a portare a casa il risultato. Bel gioco di squadra, ma sulle doti individuali il ragazzo deve allenarsi ancora un po’… (voto 6/10)
Delilah “From the Roots Up” Voce strepitosa della nuova scena dubstep britannica, dopo la collaborazione con Chase & Status ha esordito ora in proprio con il suo album di debutto in società “From the Roots Up”. Una figatonza che guarda al “vecchio” trip-hop Massive Attack style per riproporlo in una veste nuova e del tutto attuale, suonando come una versione remixata di Emeli Sandé. Il trip-hop 2.0 è qui tra noi. (voto 7+/10)
Azealia Banks “Fantasea” Il suo disco d’esordio vero e proprio è stato rimandato al 2013. Per ingannare l’attesa, la nuova fenomena della nuova musica British ci offre giusto un assaggio delle sue enormi potenzialità, con un antipasto. Non un album vero e proprio. Solo un disco mixtape in cui sembra una Missy Elliott per le prossime generazioni. Il suo debutto ci dirà se lo sembra solo, se lo è, o se è pure qualcosa di più. (voto 6+/10)