Venice Beach, 1965: due amici sono seduti in spiaggia a parlare di letteratura, di musica e dei loro progetti futuri. Sono Jim Morrison e Ray Manzarek e in quella spiaggia, in quel giorno, nascono i Doors: proprio fra le mani di quei due ragazzi, poco più che ventenni, scorre uno dei più importanti capitoli della musica del ‘900. E’ l’America della guerra del Vietnam e degli inizi del movimento Hippie: Jim Morrison e Ray Manzarek sono i simboli della nuova generazione che sta esplodendo, il primo attraverso la sua voce, la sua figura e i suoi testi, il secondo attraverso l’urlo del suo Hammond ed il suo genio strumentale.
E’ anche fra i tasti bianchi e neri dell’organo di Manzarek che passa la rivoluzione degli anni ’60.
Il 20 maggio appena scorso è morto, a 74 anni, Ray Manzarek e con lui si chiude una delle pagine più importanti della musica contemporanea.
Quanti musicisti della precedente generazione sono ancora attivi?
Quante volte è stata detta la fatidica frase:”Sono nato nel decennio sbagliato!” oppure:”Il rock è morto!” ? E’ giusto rimanere ancorati al passato e a quei miti? O è più corretto cercare le innovazioni dei nostri anni?
Sicuramente, da queste affermazioni si può intravedere, in primo piano, una profonda nostalgia, che colpisce sia adulti che ragazzini, ma anche, in secondo piano, un disorientamento totale verso l’ambiente culturale del nuovo millennio. Non si può assolutamente rinnegare il valore di colonne portanti della musica degli anni ’60 e ‘70, anzi il passare del tempo ne afferma l’eterna originalità, la potenza e la strabiliante genialità.
Ora, però, i tempi stanno cambiando, non possiamo più limitarci al secolo scorso, viviamo in una società che si evolve nel bene e nel male alla velocità della luce e, grazie a Dio, anche la cultura si sta evolvendo sempre più rapidamente: la musica del XXI secolo è esattamente lo specchio della società in cui viviamo, spinta dal cosmopolitismo, corrotta e malata, ma altrettanto creativa. Siamo la generazione di internet e della totale digitalizzazione. “YouTube”, “Facebook”, “Twitter”, “Spotify”, “Wikipedia” e un’infinità di blog musicali gratuiti stanno creando la Cultura Musicale 2.0. Tutti possono accedere a qualsiasi brano in qualsiasi momento senza nessun costo.
La Musica dopo il 2000 non è morta, ha cambiato semplicemente volto, ha smesso di essere la figlia della società del ’68 ed ha indossato la maschera del nuovo millennio: è divenuta multi razziale e di conseguenza influenzata dai costumi e dai suoni delle diverse civiltà, è indissolubilmente compenetrata dai nuovi strumenti e dalle nuove sonorità digitali, ma è anche efficacemente rielaborata in un eterogenea miscellanea di generi passati e moderni.
Senza che ce ne rendiamo conto, molto probabilmente, anche oggi, ci sono due ragazzi seduti su una qualsiasi spiaggia che parlano dei loro sogni e stanno inconsciamente progettando una nuova rivoluzione culturale.
Siamo figli del nostro tempo e ciò non può e non deve essere negato.
GreyCat