Che la maggior parte del mondo (non sicuramente quello accorto alla buona musica) ignori l’incredibile talento di Ferruccio Spinetti e Petra Magoni, in arte i Musica Nuda, è un grande, grandissimo peccato oltre che un insulto alla buona musica e all’arte in genere. Ne ho avuta conferma martedì, quando sono andato a sentirli live all’Arena Civica per il Milano Jazzin’ festival.
La serata non prometteva per niente bene poiché, mezzo concerto che mi vedo, viene giù il temporale che manco il diluvio universale: fortunatamente, ha smesso poco prima dello spettacolo con un cielo che comunque resta completamente nero a farti cagare sotto tutto il tempo, spruzzandoti di tanto in tanto qualche goccia d’acqua giusto per tenerti in ansia e ricordarti che sì, sei all’aperto, ma non bisogna cantare vittoria.
E poi, oh, ragazzi non ho mai visto tante zanzare in vita mia! Cioè si suicidavano addosso, si lanciavano sui jeans in 4/5, tentando di succhiare il sangue dal tessuto,. È stato atroce, ma a parte queste piccolezze la serata si è rivelata molto piacevole.
Il concerto è stato aperto da una cantautrice milanese, Manupuma, che non mi è dispiaciuta. Mi hanno colpito parecchio i suoi testi e anche il timbro vocale, anche se qualche stortura/stonatura qua e là (credo dovuta all’emozione) non hanno reso l’apertura perfetta. Ma non male, davvero.
Poi sono apparsi i Musica Nuda: entrata tranquilla, 4 brani lenti scritti da loro e da qualche altro autore. Petra è una bella donna, esile, slanciata; un’ottima intrattenitrice oltre che un’incredibile interprete. Sa di avere una voce che definire sublime è poco e soprattutto sa di saperla usare perfettamente: questo la rende una cantante di rara sicurezza che, associata, alla sua umiltà e simpatia di fondo, creano un mix assolutamente frizzante e originale.
Petra, accompagnata dal bravissimo Ferruccio Spinetti, sa dove può spingersi, sa di avere pochi limiti e riesce quindi ad esplorare note e giochi di voce incredibili, ironici e spesso folli.
La follia e l’ironia infatti sono le caratteristiche principali delle interpretazioni di Petra: a tratti isterica, arrabbiata, dolce, sensuale, riesce a rivestire e connotare in maniera totalmente diversa ma pur sempre coerente, canzoni che sono veri e proprio mostri sacri e che difficilmente potresti valutare positivamente in un’altra versione.
E poi i siparietti comici con Feruccio Spinetti, così calmo, pacato ma con la battuta pronta ogni volta erano veramente da scompisciarsi. Tra l’altro, quest’ultimo, sembra avere il contrabbasso come estensione naturale delle sue dita, riuscendo a modificarne i suoni come se stesse plasmando una materia viva. Il concerto è scorso tranquillo e allegro, con canzoni come Bocca di Rosa, I will survive, Non ho l’età e tante altre, come I wanna be ready (assolutamente pazzesca) che lasciavano a bocca aperta me e Blugino per la pefezione dell’esecuzione e l’assurdità e originalità delle interpretazioni.
Alla fine io attendevo due canzoni con smodata impazienza: Like a Virgin di Madonna e Il cammello e il dromedario del Quartetto Cetra: quando hanno chiesto al pubblico le canzoni da fare per il bis io credo di aver urlato a squarciagola come il peggiore dei madonnari “laikaveeeergiiiiiiiin“. Petra mi ha sicuramente sentito, dato che ero in primissima fila, ma penso mi abbia volutamente ignorato. Petra, a fine concerto, ha anche scattato una fotografia al pubblico e l’ha messa su facebook: ci siamo anche io e Blugino in prima fila, ma siamo due meri puntini!
Di seguito vi posto qualche video scovato dalla rete delle esibizioni di martedì. Se non li conoscete e non ne avete mai sentito parlare, provate ad ascoltarli anche solo per qualche secondo: difficilmente li abbandonerete.