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Una ragazza ferita e sporca di sangue riesce a fuggire, si trova in mezzo a una strada di montagna e un'ambulanza....
Interno ambulanza: una sta soccorrendo un ferito mentre un'altra donna in divisa punta un'arma contro di lei e contro l'autista che sta sfrecciando con l'acceleratore a tavoletta in mezzo a due file di alberi.
A sentir loro il ferito è a rischio trasformazione, quindi lo abbandonano e proseguono il viaggio.
Apprendiamo dalle parole di Sonia, l'infermiera ( o forse è medico ) che stanno cercando di raggiungere una base militare che sembra essere la salvezza dopo che un pandemia ha sterminato la maggior parte delle popolazione. Marco, colui che guidava l'ambulanza è il suo fidanzato e insieme arriveranno a un mastodontico edificio abbandonato ( un ospedale? un albergo? ) in cui cercare di mettersi in contatto con la base militare.
Marco è stato ferito e sta mutando. Sonia si prende cura di lui fino all'inevitabile trasformazione.
E comunque nella base presto non saranno soli.
L'inizio di Mutants lasciava presagire qualcosa di nuovo e veramente originale per quanto riguarda i film su zombies e affini.
Oltretutto Morlet ( che nei credits si firma con un ben più americaneggiante Morley) aggiunge alla ricetta già abbastanza corposa un' ambientazione inconsueta in mezzo a montagne innevate che fanno la loro porca figura e un'atmosfera postapocalittica grazie anche alla suggestiva location di questo mastodonte di cemento di cui sopra, spettrale per come è vuoto e disperso in mezzo a foreste.
Un' Overlook Hotel in salsa francese.
Il problema è che dopo una prima parte notevole per ritmo, efferatezza e ansia primigenia il film poi si appiattisce sulla forma e sulla sostanza di tanti altri film d'assedio e di tortura .
Gli zombies sono là fuori ( anche se li chiamiamo Mutants la sostanza non cambia) mentre dentro c'è chi cerca di difendersi da loro commettendo stupidaggini una dietro l'altra.
Morlet non è certo Romero o Carpenter, il budget a vista non sembra così faraonico, le riprese con macchina a mano per aggiungere concitazione ( oltre a quel senso di mal di mare in chi guarda ) e gli snodi farlocchi della sceneggiatura non convincono: la solita solfa dell'amor vincit omnia , la gravidanza di Sonia, i maltrattamenti subiti al limite del torture porn, qualche rigurgito di La Bella e la Bestia, gli "aiutini " che la protagonista trova inaspettatamente lo rendono un prodotto nella media di tante altre opere del genere.
Ed è un peccato perchè viene buttata via una prima mezz'ora di film assolutamente notevole: intendiamoci la visione prosegue senza problemi fino alla fine , ci sono gli ingredienti giusti per divertire il fan irriducibile di schizzi di sangue, frattaglie e fegatini ( anche se la realizzazione in alcuni frangenti dà l'impressione di essere molto , molto economica ) ma manca quel quid, quello scatto in avanti che lo faccia emergere dal mare magnum dei dvd buttati nello scatolone delle offerte al supermercato.
Sicuramente da notare la compenetrazione che esiste tra un genere molto caro al cinema horror americano ( zombie movie ibridato con il postapocalittico già europeizzato con successo in 28 giorni dopo di Danny Boyle ) e una messa in scena che riconduce senza mezzi termini agli stilemi del nuovo horror francese.
Nell'horror la chiusura è forse anche più importante se non fondamentale rispetto agli altri generi perchè necessaria per dare sostegno a quanto visto negli 80-90 minuti precedenti: in Mutants pur essendo abolito lo spiegone conclusivo killer di tante pellicole dalle buone intenzioni, il finale è fatto di tutto il deja vù che riuscite ad immaginare.
Ed è un peccato perchè rimane la sensazione di un'occasione sprecata.
( VOTO : 5,5 / 10 )
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