Le banche dovranno rimborsare i clienti che hanno contratto mutui a tassi usurai
Sono sempre di più le famiglie italiane che per via degli effetti deleteri della crisi economica, si ritrovano in una situazione di mancanza di liquidità, non riuscendo ad arrivare alla fine del mese. Purtroppo, spesso e volentieri, si riscontrano ambiti familiari in cui non solo si devono fare i conti con difficoltà occupazionale, ma occorre anche farsi carico di mutui a tassi usurai contratti in passato e che per ovvie ragioni sono divenuti insostenibili.
A questo proposito arriva la sentenza numero 350/2013 pronunciata dalla Corte di Cassazione e che molti hanno già definito storica e rivoluzionaria sebbene non le sia stato dato il dovuto risalto mediatico.
In pratica, la Cassazione ha stabilito che i contratti stipulati in passato per
mutui e finanziamenti in generale possono essere annullati qualora dovessero presentare caratteristiche che vanno in contrasto con le normative italiane (Legge Antiusura 108/96). Nello specifico si fa riferimento ai mutui a tassi usurai.
La sentenza stabilisce che, nel caso in cui le banche abbiano applicato tassi di interesse superiori al cosiddetto tasso di soglia di usura, il prodotto creditizio può e deve essere rivisto. I clienti che hanno pagato tassi che hanno sforato la soglia devono essere rimborsati dalle banche per la somma di denaro richiesta e incassata dagli stessi istituti di credito in maniera indebita.
E’ prevista anche la retroattività: il cittadino ha diritto al rimborso, però, a patto che il mutuo o il finanziamento non sia estinto da oltre dieci anni. Oltre questa soglia temporale la questione viene automaticamente prescritta.
Chiaramente, per capire se si stiano pagando interessi superiori alle norme consentite dalla Legge occorre conoscere i tassi di soglia usuraria, i quali vengono fissati con cadenza trimestrale dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Ad esempio, fino alla fine del mese di settembre 2013, la tabella pubblicata dalla Banca d’Italia stabilisce i limiti anche per i mutui a tassi usurai, regolati al 10,36% per il tasso fisso e all’8,60% per il variabile. Per rendere bene l’idea della portata di questa sentenza e quanto essa possa incidere, è sufficiente pensare che sei famiglie italiane su dieci hanno in essere un mutuo per l’acquisto della casa.
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