Sull’argomento si è espresso Enrico Lodi, direttore generale Credit bureau services di Crif, in un’intervista rilasciata all’agenzia Adnkronos. ‘Questi dati sono purtroppo la conferma di quanto le aspettative delle famiglie italiane si stiano ancora una volta deteriorando’.
‘La crisi’ continua Lodi ‘ha generato una serie di ansie sul futuro, visto in toni sempre più scuri. I crolli dei mercati finanziari, tutte le problematiche relative al debito sovrano, nonché le ripetute cure da cavallo per cercare di uscire dall’impasse, non potevano non avere conseguenze di questo tipo. Gli italiani si confermano formiche e non cicale. Questo il motivo per cui decidono sempre più spesso di evitare acquisti, ma anche investimenti, quale può essere considerato un mutuo. Alla base, comunque c’è il timore direttamente connesso ad una situazione generale fortemente precaria’.
Per quanto concerne la durata del mutuo. Il primato è per i finanziamenti compresi tra i 20 e i 30 anni, che rappresentano il 51% della domanda complessiva, nel periodo intercorso da gennaio a settembre 2011. Le famiglie si dirigono invece sul prestito a 25-30 anni (scelto dal 30,9% del totale). In calo l’importo medio dei finanziamenti richiesti, passato in un anno (gennaio-settembre 2010-contro lo stesso periodo dell’anno in corso) da 139900 a 136900.
COMMENTI (1)
Inviato il 27 ottobre a 19:56
Non c'è da stupirsi che le domande siano in calo, ne discutevo anche con un consulente di www.mutuisupermarket.it, la crisi si fa sentire e la stretta sui criteri di credito delle banche pesano soprattutto per i giovani. L'aumento degli spread infatti porta in alto le rate con un impatto diretto sul rapporto rata-reddito, in una situazione in cui i redditi sono fermi.