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Tra le migliaia di cose che ho mancato di raccontare a proposito dei mesi e mesi e mesi di letargo è il mio viaggio a Londra a novembre. Non mi soffermerò sulla sensazione di vuoto e freddo che avevo la sera del volo, in compagnia de "La solitudine dei numeri primi" e di un ritardo imprecisato, della voglia di piangere che m'è presa mentre da sola aspettavo uno dei mille treni che mi avrebbe portato dalla mia Silvia e mentre vedevo solo sconosciuti indifferenti intorno a me e un cielo nero nero nero sopra di me. No, non mi ci soffermo. Salto subito a quando dopo una notte di sonno in un letto gentilmente concesso dal temporaneamente assente coinquilino Jake, mi sono svegliata in un'assolatissima e bellissima Londra. Ho fatto colazione insieme a Silvia (la mia anima gemella, allora super incinta), Alan (l'ingravidatore nonchè uomo della sua vita), Santiago (coinquilino ispanico e gay super innamorato dell'Italia) e Marike (coinquilina fiamminga attrice e scrittrice di libri per bambini). Mi sono lavata di dosso la sporcizia e sporchezza e stanchezza e stranezza e insieme ad Alan sono andata in un mercatino bellissimo, parlocchiando in inglese. Al mercatino improvvisato ci ha poi raggiunti Silvia dopo una lezione di yoga per mamme (ma non è bellissima?!?) e poi io e lei siamo tornate a casa da sole, Alan a pranzo dalla sorella Mary. Ed è qui che entra in gioco Antonuzzo. E' scoccato nella cucina londinese della mia amica l'amore empatico per Antonuzzo. Qui, giusto per intenderci. Con la moquette a terra e le perenni illuminazioni di Natale sui muri; con le pentole sul fuoco che scaldavano il nostro pranzo e la piccola Aisla che scalciava nella pancia; con le orchidee e il rosmarino; con i nostri racconti a mille parentesi e gli intermezzi di Casper il gatto. :) Con i pezzi di vita mancanti all'una dell'altra, con i progetti e l'affetto arretrati. Con la mia voglia di toccare la pancia e il nodo alla gola per vedere la mia bimba così incinta. Con la mia voglia di innamorarmi e trovare anche io l'uomo della mia vita. Con lei che mi guardava fiduciosa di tutto, don't worry, everything's gonna be alright. In mezzo a tutto questo, come se non fosse stato abbastanza, decidiamo di mettere della musica, non mi ricordo chi delle due l'abbia proposto. E allora ho allungato una mano al porta cd, non mi ricordo quanti ne ho guardati e scartati prima, potrebbero essere 0 come 10, non me lo ricordo. Mi ricordo benissimo invece una copertina scura e io che chiedo "Ma questi chi sono?" "Si, metti quello, mi piace tantoooo!" "Ok, mettiamo questo allora". E non mi ricordo nemmeno quale fosse la prima canzone che ho sentito. Manco quello, lo so, sono una frana. Però mi ricordo della magia bellissima che m'è partita in testa. E che non ho più capito un cazzo. That was love, my friends. Mi sono sentita una bimba che scopre il cinema e si aggira per i corridoi vellutati con orecchi, naso e occhi spalancati. E' stato il coronamento perfetto di un momento magico. Ok, non vi tengo più sulle spine. Questo è il video che spesso ascolto prima di addormentarmi. Lo so, lo so, molti lo troveranno deprimente all'eccesso, una roba che in confronto Masini è Cristina d'Avena, ma io, letteralmente, ME NE FOTTO! Trovo che sia dolcissimo e poi ormai mi lega a lei, all'ultima volta che siamo state insieme.
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