Magazine Cultura

My Italian dream

Creato il 09 gennaio 2012 da Marco4pres

Sono sempre stato affascinato dalla comicità americana da stand-up, tant’è che per anni sono stato fan di Daniele Luttazzi. Poi ho scoperto gli originali e sono passato a loro. Ma è stato proprio Luttazzi a insegnarmi che la stand-up comedy non è molto appetibile agli italiani, a meno che non la si scialacqui, involgarisca o snaturi come a Zelig o Colorado. Per questo volevo andare in America, prima di accorgermi che il sogno americano è già qui e ce l’abbiamo davanti agli occhi continuamente: un centro commerciale dietro l’altro a sbranare i piccoli commercianti, catene di multisala che soffocano i cinema tradizionali, canali e programmi televisivi di, con e per mediocri, massoneria, stragi di stato, politici puttanieri, politici della Goldman Sachs. E allora ho deciso di restare.

Ok, non siamo bravi come loro a far la guerra, tutt’altro, però ci abbiamo dato più di cento basi militari sul nostro territorio, agli “amari cani” (per non parlare degli F35 che siamo pronti a comprare in barba alla crisi), li abbiamo coperti ai tempi di Ustica e, secondo Frattini, siamo “tra i migliori amici di Israele in Europa”, quindi insomma… ci stiamo dando da fare. Visto poi che Obama si becca il Nobel per la Pace nonostante sia andato alla Casa Bianca (anche) coi soldi dell’industria bellica, inasprisca le misure liberticide del suo predecessore e salvaguardi il settore militare dai tagli, può darsi che uno tra Fabio Volo, Moccia e Licia Troisi riesca ad accaparrarsi quello per la letteratura.

My Italian dream
“Io fumo. Se dà fastidio a qualcuno vi consiglio di dare un’occhiata al mondo in cui viviamo e tapparvi quella cazzo di bocca.” -Bill Hicks

Poi ci sono l’arroganza e la maleducazione, specialità a Stelle&Strisce. A ventisei anni uno si aspetta che le conversazioni vadano così:

“Ciao Marco, la coinquilina di X non trova il caricabatterie, non è che per caso ce l’hai tu, visto che l’avevi usato?”
“No.”
“Ah, ok.”

STOP.
E invece no. Prima ti arriva una telefonata da un’amica in comune con l’accusatrice (cugina di un amico del coinquilino della diretta interessata) nonostante l’accusatrice abbia il tuo numero e si vanti di non aver paura di chiamarti e dirtelo lei. Pensi che la vostra amica comune stia scherzando, allora ridi e dici che magari te ne saresti accorto, che non aveva senso portarselo all’Estragon e che alla fine dei conti, anche fossi stupido, almeno tu eri sobrio, a differenza di chi ti accusa e della sua cricca (coinquilina esclusa, ma solo perché non c’era). Non finisce qui. La coraggiosa accusatrice decide di parlarti minacciandoti su facebook:

marco, vedi ti tirare fuori il caricabatterie nokia

Poi ti cita quello che hai scritto (che non fa che rimarcare che te ne saresti accorto, del cavo) e aggiunge:

allò io ho riferito quello che hai detto a alice…. spero che sto caricabatterie salti fuori sennò sei un vero idiota.

Tu, visto che capisci quanto non abbia senso piccarsi per una cazzata del genere -anche perché è un’amica di una tua amica- e che fondamentalmente non te ne frega un cazzo di quel che pensa l’accusatrice, fai il diplomatico:

Mah. Quanta poca fiducia. Io sono sicurisimo di averlo rimesso a posto sul tavolo, ci sono stato attento perché avevo paura di lasciarci il cellulare…
Con due “s”.

E in tutta risposta ricevi un “lo spero.” Uhm, va be’, ridi un altro po’ sulla totale mancanza di beneficio del dubbio nella società moderna poi te ne dimentichi, al massimo lo scriverai nel tuo blog.

Ma non finisce qui. Negli States quasi una persona su due è in sovrappeso e ben una su tre è obesa; anche qui stiamo prendendo la stessa rotta: in Italia ci sono sempre più bambini grassi e pigri. I neonati non li si fa più attaccare al seno della madre ma si dà loro un Happy Meal. Il regalo? Un ictus a otto anni. E i genitori sono pure ben lieti d’ingozzarli e innalzarli -con una gru- su un piedistallo creato ad hoc, spinti dalla società che li acceca e ne sgretola i valori, rimpiazzandoli con altri di cartapesta e lustrini. A quando un’oscenità come quella dell’inglese Sarah Burge?

“Guarda caro, la piccola sta imitando il sorriso di Ronald McDonald.”
“No, cara, la piccola sta avendo un ictus.”
“Oh, caro, meno male che c’è la ‘Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald’ che crea, trova e sostiene progetti che contribuiscono a migliorare in modo diretto la salute e il benessere dei bambini in tutto il mondo.”
“Ne ha ben donde, cara, visto che in primo luogo è la McDonald’s stessa a peggiorarli, ah ah ah ah.”
“Oh oh oh oh, caro, come sei sagace… vuoi altra sugna?”

-m4p-

My Italian dream


Filed under: Skit Tagged: America, Bill Hicks, Daniele Luttazzi, Goldman Sachs, Licia Troisi, McDonald's, Ronald McDonald, Ustica

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines