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Trama: Bruce Campbell è ormai alla frutta, come uomo e come attore. Quando viene chiamato dagli abitanti del paesino di Gold Lick per liberarli dal terribile dio cinese Guan Di, il povero Bruce crede si tratti solo di un regalo del suo manager ma si ritroverà davvero a combattere un mostro sanguinario...
Se pensate che l'unico attore ad essere stato omaggiato in una pellicola di finzione interamente basata su di lui è stato John Malkovich nel geniale Essere John Malkovich, potete cominciare vagamente a comprendere perché sia stato girato My Name is Bruce e non My Name is Robert o My Name is Tom. Perché Bruce Campbell è un'icona vivente dell'horror di serie B, una faccia simpatica che tutti abbiamo imparato ad amare, un omone che sa prendersi in giro giocando sulla sua natura di "mito" e, soprattutto, un attore che è stato identificato da chiunque con il personaggio Ash de La casa e L'armata delle tenebre. Ash è così? Allora sicuramente anche Bruce Campbell nella vita reale sarà come Ash ed è da questa ferma convinzione nerd che nasce My Name is Bruce, metacinema demenziale all'ennesima potenza dove l'attore viene chiamato a sconfiggere una spettrale divinità cinese in una storia che rispetta tutti i cliché dei film di serie B all'interno dei quali Campbell è stato relegato. E cosa c'è di meglio di una salva di luoghi comuni per smentire i luoghi comuni creati dalla mente dello spettatore? Il "vero" Bruce Campbell descritto nel film è stronzo, sbruffone, antipatico, snob, donnaiolo, codardo e grebano, decisamente una persona da evitare e odiare e l'umorismo di My Name is Bruce, al di là di tutte le citazioni e strizzate d'occhio ai fan, risiede interamente in questo scontro tra aspettative e "realtà" e nel costante ricorso al metacinema, che diventa ancora più palese e preponderante sul finale. Dopo mille terribili film dalle trame banali e dai colpi di scena improbabili, la vita di Bruce Campbell diventa praticamente una fotocopia dei cliché da lui tanto odiati, che possiamo ritrovare in moltissime e dozzinali produzioni: il divorzio, il disagio, l'alcoolismo, i falsi amici, il ritorno alla "natura" e la redenzione finale del protagonista vi ricordano qualcosa?
Allo stesso modo anche la realizzazione di My Name is Bruce è volutamente dozzinale, a partire dal terribile Guan Di, un mostro di cartapesta con gli occhioni fiammeggianti che non cambia espressione manco a morire, è ghiotto di "bean curd" (una specie di tofu?) e taglia teste con entusiasmo e dovizia di rossissimo sangue. Ogni apparizione del "nostro" è condita da luci al neon e nebbioline che ci farebbero urlare allo scandalo se viste all'interno di un horror qualsiasi ma qui la cosa, assieme agli stacchetti musicali "bifolchi" che cantilenano Guan Me, Guan You, Guan Di, ha quasi senso e rende My Name is Bruce ancora più deliziosamente parodico. La pellicola però è bella da vedere essenzialmente per la presenza di Bruce Campbell, che da davvero il meglio di sé stesso e non esita a prendersi in giro anche in modi imbarazzanti, spalleggiato da vecchi amici/comprimari o attori che non sfigurerebbero nelle peggiori produzioni descritte nel film. Come vedete ho scritto il post senza prendere sul serio My Name is Bruce, altrimenti sarei dovuta partire in quarta con una stroncatura ma in questo modo non avrei colto lo spirito di questo divertente omaggio ai fan e ai bei tempi innocenti dell'horror trash che fu; anzi, guardandolo mi è quasi sembrato di tornare nei ruggenti anni '80, quando mi sarebbero davvero bastati un paio di occhietti brillanti nel buio per non dormire la notte e un eroe cialtrone ed imperfetto per fare il tifo da qui all'eternità. Quindi no, non posso voler male a questo My Name is Bruce. Se però non siete fan di Campbell e non amate queste parodie così "specifiche" non state a recuperare questa pellicola perché rischiereste di non divertirvi affatto e di lanciarmi addosso una maledizione cinese.
Del regista Bruce Campbell, che interpreta ovviamente se stesso, ho già parlato QUI mentre Ted Raimi, che interpreta Mills Toddner, Wing e Luigi il pittore, lo trovate QUA.
Dan Hicks interpreta uno dei contadini. Americano, ha partecipato a film come La casa 2, Darkman, Wishmaster: il signore dei desideri, Spider-Man 2, 2001 Maniacs e Il grande e potente Oz. Anche produttore, ha 63 anni e un film in uscita.
Ellen Sandweiss, che interpreta l'ex moglie di Bruce, aveva partecipato a La casa nel ruolo di Cheryl (i due personaggi, per la cronaca, hanno lo stesso nome); anche Timothy Patrick Quill, ovvero Frank, aveva partecipato ad un film di Sam Raimi, per la precisione a L'armata delle tenebre, dove interpretava il fabbro: non a caso, lui dice che il fabbro de L'armata delle tenebre era un gran fico mentre l'attore Dan Hicks fa apprezzamenti su Jake, il personaggio da lui interpretato ne La casa 2. Detto questo, se My Name is Bruce vi fosse piaciuto recuperate anche La casa, La casa 2, L'armata delle tenebre, Bubba Ho-Tep e magari anche Grosso guaio a Chinatown, Tropic Thunder e Il bambino d'oro. ENJOY!
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