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N’hésitez pas? N’hésitez plus?

Creato il 11 novembre 2013 da Patuasia

Al Congresso dell’Union valdotaine si è parlato soprattutto in francese. Donzel del PD- Sinistra VdA e anche Ferrero del M5s si sono espressi unicamente nella lingua d’oltralpe. Più del primo stupisce il secondo. Perché? Perché da un grillino-ribelle-rivoluzionario-anticasta ci si sarebbe aspettato un comportamento, appunto, ribelle-rivoluzionario-anticasta. Mi piace pensare che il consigliere pentastellato abbia voluto dare agli unionisti un messaggio di questo tipo – non siete i soli depositari del francese e io lo parlo meglio di voi -  ma perché allora dopo aver esternato le sue virtù linguistiche non ha anche parlato in italiano? (La stessa domanda la rivolgo a Raimondo Donzel.). Il messaggio sarebbe stato più trasparente, aggettivo tanto gettonato dai grillini, invece l’esclusione della lingua di Dante da parte degli unici esponenti di partiti nazionali, lascia spazio al dubbio. Perlomeno giustifica l’integralismo etnico-linguistico di fasce consistenti nei partiti regionalisti. Al Congresso dell’Uv Stefano Ferrero dice che essere valdostani è una questione di cuore e Domenico Chatillard, sindaco di Valtournenche, afferma che l’Union bisogna averla nel cuore e non nel portafoglio. Il cuore sta al centro così come l’autonomia. Fuori e intorno ci sono i nemici: lo Stato e l’Europa. Il nemico, come ha detto il presidente unionista uscente, Ego Perron, non è tra noi ma fuori dalla Valle, parole che secondo Stefano Ferrero sono state “oneste, responsabili e coraggiose.(aostasera.it) Nessun pregiudizio nei confronti della Balena rossonera. Un’apertura che lascia interdetti: fino a ieri Stefano non si mescolava tra gli altri politici per non esserne contagiato. Nessuna stretta di mano. Oggi parole di augurio e attestati di stima nei confronti del nuovo presidente Ennio Pastoret, assessore per lunghi anni e senza dubbio, come ha  ricordato Osvaldo Chabod, uomo di casta.  Dunque, se Ferrero vuole cancellare la malfidenza che intercorre tra il suo e l’altro movimento, viene da pensare che la scelta di non parlare in italiano più che provocatoria sia stata una scelta politica. E se così fosse dobbiamo aspettarci un restyling in stile rustico del M5s? E quindi legittimato dall’embrassons-nous?


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