N. NAZARBAYEV, G-GLOBAL. IL MONDO DEL XXI SECOLO, VOX POPULI, PERGINE VALSUGANA 2014
Il progetto di integrazione economica e strategica eurasiatica perorato dal partito “Russia Unita” (Edinaja Rossija, 2001) e guidato da Vladmir Putin, aveva nell’attuale presidente kazako Nursultan Nazarbayev, dapprima ex segretario del “Partito comunista kazako” e poi padre del partito “Nuovo Otan” (Nur Otan, 1999), la sua prima paternità politica. In un suo storico discorso del 29 marzo 1994 tenuto presso l’Università Statale di Mosca “M. V. Lomonosov”, Nazarbayev suggeriva la realizzazione di un progetto di globalizzazione regionale degli stati ex-sovietici informato da quel ricco patrimonio di relazioni geografiche, storiche, culturali dei popoli eurasiatici, che la letteratura di Lev Nikolaevič Gumilëv ed altri esponenti della scuola eurasiatista aveva valorizzato nel XX secolo. Come osservava Aleksandr Dugin in un suo articolo pubblicato nel 2001 sulla rivista geopolitica russa Elementy, l’importanza storica di tale progetto consisteva nella proposta di realizzare una sorta di «CSI al rovescio», (1) in cui l’integrazione regionale cessava di avere un carattere esclusivo od ostile alla Federazione Russa per includerla come imprescindibile attore storico entro un progetto geopolitico rivoluzionario per lo spazio eurasiatico.
Accanto ad altri progetti di integrazione regionale come quella dell’Unione Europea, la strada indicata dal presidente kazako verso un’integrazione inclusiva dei Paesi ex-sovietici doveva quindi costituire una reazione politica costruttiva al pericolo di «dissolvimento nel globalismo» (2) della regione russa e centro-asiatica. Nel 1997, anno in cui Brzezinski pubblicherà il celebre The Grand Chessboard, pietra miliare della letteratura geopolitica atlantista, a Mosca veniva pubblicato ad opera dello stesso Nazarbayev un volume dal titolo L’Unione Eurasiatica. Idee, pratica e prospettive, 1994-1997 (Evrazijskij Sojuz. Idej, praktika, perspektivy). Le tappe politiche intermedie che hanno scandito la storia di tale progetto di globalizzazione regionale risalgono già al 1995, quando Bielorussia, Kazakhstan e Russia sottoscrissero il 20 gennaio il Trattato sull’Unione Doganale, ed il 26 febbraio il Trattato sullo Spazio Economico Comune. Il 10 ottobre del 2000 verrà istituita proprio nella capitale kazaka la Comunità economica eurasiatica (EurAsEC), che entrerà in vigore nel maggio dell’anno successivo, a cui aderiranno anche le ex-repubbliche sovietiche del Tagikistan e del Kirghizistan. La più recente tappa di tale processo di integrazione è costituita dall’istituzione dell’Unione economica eurasiatica nel 29 maggio 2014, che si compone dal solido trio russo, bielorusso e kazako, perno ormai ventennale del progetto, assieme all’Armenia e con Tagikistan e Kirghizistan come membri osservatori. L’entrata in vigore di tale Unione a partire dal 1° gennaio di quest’anno segna un traguardo storico nella costruzione di un mondo multipolare in ascesa, in cui la Russia può contare su tre strumenti: l’alleanza economica dei BRICS, l’alleanza strategica con la Cina rappresentata dall’Organizzazione di Shanghai per la Cooperazione (SCO, 2001), e la più vecchia alleanza militare di Paesi ex-sovietici riunita nell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO, 1992). (3)
In un momento così importante per un bilancio del cammino storico percorso per questa integrazione, e per le sue sfide presenti e future, nel dicembre del 2014 la casa editrice trentina Vox Populi offre al lettori italiani la traduzione dell’ultimo libro di Nazarbayev G-Global. Il mondo del XXI secolo [G. Global. XXI ғасыр әлемі, 2013], pubblicato in coordinamento e collaborazione con “Il Nodo di Gordio” e con l’Ambasciata della Repubblica del Kazakhstan in Italia. Se recenti analisti del Foreign Affairs riducono l’Unione economica eurasiatica ad un “sogno di Putin” che sarebbe frustrato dalla ricerca di accordi economici bilaterali da parte del Kazakhstan e della Bielorussia, (4) la lettura del presente libro può fornire uno sguardo di più ampio respiro sui risultati raggiunti da questo Paese davvero pivotale per la storia mondiale. (5)
I princìpi formulati in sede teorica dalla scuola eurasiatista trovano un’efficace sintesi nelle idee e nella scrittura del pragmatico uomo di Stato. Il rifiuto della riduzione dello spazio post-sovietico alle tradizionali categorie occidentali dello stato-nazione, l’affermazione del carattere multietnico e multireligioso dei popoli centro-asiatici, la continuità geopolitica nella discontinuità ideologica del progetto eurasiatista, e la negazione della civiltà occidentale come civiltà universale delineati da Dugin, (6) trovano qui una forte eco nelle riflessioni di Nazarbayev: «non c’è una “fine della storia” né è prevista, per la semplice ragione che l’umanità non dispone di un unico modello di civiltà universale» da porsi a fondamento del sistema internazionale. (7) Il passaggio storico ad un modello multipolare degli equilibri geopolitici internazionali è il presupposto geopolitico per la riflessione di Nazarbayev intorno a questioni economiche, strategiche, militari ed ecologiche: «la multipolarità costituisce una tendenza oggettiva, che evidenzia l’eterogeneità della civiltà umana». (8) Da tale premessa muove l’esigenza di un’architettura finanziaria multipolare quale si sta formando attraverso l’aumento del volume di scambio tra rubli e yuan, l’abbandono da parte della Russia del sistema globale interbancario SWIFT, e la creazione di una banca dei BRICS entro il 2016. Le relazioni economiche russo-kazake sono passate da un volume di scambi pari a 4,7 miliardi di dollari nel 2001, a 24 miliardi di dollari nel 2011.(9) In due decenni la cooperazione militare russo-kazaka ha prodotto oltre 60 documenti congiunti in materia di sicurezza, con la formazione di oltre 4000 ufficiali kazaki nelle accademie militari russe. (10)
L’integrazione strategico-militare del continente eurasiatico è concepita sul lungo periodo come un imperativo geopolitico per la stabilità dei Paesi eurasiatici, quindi per la stabilizzazione dei rapporti interstatali sul piano globale: «l’ordine mondiale del XXI secolo sarò solido solo allorché verrà trovata, e attuata, una formula di sicurezza per tutta l’Eurasia». (11) La fragilità cui sono esposti i cosiddetti “Balcani eurasiatici”, ovvero l’area mediorientale, negli episodi di sovversivismo e nella strategia di destabilizzazione noti a partire dall’Occidente come “primavere arabe”, e qui denunciate nei loro effetti disgreganti ed inibenti lo sviluppo della società,(12) invoca la realizzazione di tale sistema integrato di sicurezza. In tal senso si è mossa la risoluzione della SCO di opposizione all’intervento statunitense in Siria già nel giugno 2012 (13) e la richiesta inoltrata da Damasco nell’aprile dell’anno successivo di far parte della stessa Organizzazione centro-asiatica. (14) Più recentemente, è stato osservato che l’eventuale adesione della Repubblica araba di Siria nella SCO segnerebbe un momento storicamente determinante per una transizione strategica: da un confronto con l’ordine unipolare mediante mezzi economici ad una effettiva multipolarità politico-militare. (15)
Nell’ambito della politica energetica il Kazakhstan si è fatto anche promotore del progetto di partenariato interregionale “Ponte Verde” orientato alla creazione di una strategia energetica sostenibile per implementare il trasferimento di tecnologie pulite tra i Paesi dell’Unione, senza con ciò escludere lo sviluppo di progetti per l’impiego di energia nucleare sotto il controllo delle Nazioni Uniti e dell’AIEA. (16) La richiesta inoltrata da Astana per ospitare l’Expo “Energia del futuro” nel 2017, sostenuta dal marzo 2012 dalla maggioranza dei 160 Stati membri dell’Ufficio internazionale delle esposizioni (BIE), darà occasione al Paese kazako di mostrare alla comunità internazionale i primi sviluppi di questo sistema integrato di politica energetica per l’Asia Centrale.
La storia del successo del Paese kazako, rientrato nel 2011 al 51° posto della classifica della competitività globale, e che mira con la “Strategia Kazakhstan – 2050” ad entrare tra i primi 30 Paesi più sviluppati del mondo, è in gran parte la storia del successo politico di tale processo di integrazione ripercorso da Nazarbayev in queste pagine.
NOTE
1) A. DUGIN, Еvrazijskaja Missija Nursultana Nazarbaeva (2004), trad. it., La missione eurasiatica di Nursultan Nazarbayev, Edizioni all’insegna del Veltro, Parma 2012, p. 13.
2) Ivi, p. 45.
3) T. MEYSSAN, L’inizio del capovolgimento del mondo. La strategia russa di fronte all’imperialismo anglosassone, “Rete Voltaire”, Damasco, 11 agosto 2014 (http://www.voltairenet.org/article185047.html).
4) R. STANDISH, Putin’s Eurasian Dream Is Over Before It Began. The Eurasian Union that came into effect on Jan, “Foreign Affairs”, 6 gennaio 2015 (http://foreignpolicy.com/2015/01/06/putins-eurasian-dream-is-over-before-it-began/).
5) Alludiamo qui evidentemente alla celebre lezione di Sir Halford Mackinder The Geographical Pivot of History, tenuta presso la Royal Geographical Society di Londra nel 1904 (trad. it. Il perno geografico della storia, in “I castelli di Yale”, 1, 1996, pp. 129-162). Sul rapporto del Kazakhstan con tale paradigma della geopolitica classica si veda C. MUTTI, Il perno geografico della storia, “Eurasia – Rivista di studi geopolitici”, vol. XXVII (3-2012). L’esplicito richiamo all’asse mackinderiano della storia è presente a più riprese nello stesso libro di Nazarbayev.
6) A. DUGIN, La missione eurasiatica di Nursultan Nazarbayev, op. cit., p. 121.
7) N. NAZARBAYEV, G-Global. Il mondo del XXI secolo, Vox Populi, Pergine Valsugana 2014, p. 153.
8) Ivi, p. 52.
9) Ivi, p. 86.
10) Ivi, p. 87.
11) Ivi, p. 124.
12) Ivi, p. 45.
13) Half Of Humanity: SCO Opposes Global Military Interventions, “Rete Voltaire”, 10 giugno 2012, http://www.voltairenet.org/article174570.html.
14) Syria seeks to join Shanghai Group, 27 aprile 2013, http://sputniknews.com/russia/20130427/180876832/Syria-Seeks-to-Join-Shanghai-Group-BRICS—Minister.html.
15) A. KORYBKO, The Case For Bringing Syria Into The SCO, “Oriental Review”, 26 gennaio 2015, http://orientalreview.org/2015/01/26/the-case-for-bringing-syria-into-the-sco/.
16) N. NAZARBAYEV, G-Global. Il mondo del XXI secolo, op. cit., p. 113.