ROMA – Nadia Santini è la migliore cuoca del mondo. E c’è da giurarci, visto che a stabilirlo sono stati circa mille esperti chiamati a votare nell’ambito del 2013 Veuve Clicquot World’s Best Female Chef, il concorso collegato alla premiazione che ogni anno riunisce a Londra i migliori 50 ristoranti del mondo.
La notizia fa bene all’Italia e agli italiani. Perchè sentir dire da illustri esperti -anche francesi- che la miglior cuoca del mondo, nel 2013, è nientemeno che italiana, nasconde una bella soddisfazione.Insomma, la Francia starà anche facendo “razzia” di griffe Made In Italy ma quando si parla di cucina non c’è “novelle cousine” che tenga.
Di origine vicentina, approdata nella terra al confine tra Mantovano e Cremonese, ha conosciuto il marito Antonio all’università con cui poi ha lasciato gli studi nel 1974 per continuare l’attività della famiglia Santini, quella della ristorazione.
Ed è grazie al “tocco” di Nadia che la tradizionale trattoria fondata dal “pescatore” Antonio Santini, un salto di qualità aggiungengo ai genuini sapori della cucina mantovana la professionalità appresa dai grandi cuochi francesi, da Bocuse ai Troisgros, a Haeberlin.
“La nonna è custode del gusto e a questo la mamma ha aggiunto l’eleganza mentre io mi occupo dell’aspetto nutrizionale, perché è evidente che tra gli scopi dell’alta ristorazione c’è quello di riflettere su come si dovrebbe mangiare” spiega Giovanni, primogenito di Nadia ed Antonio, anche lui impegnato in cucina.
Sì perché la grande originalità e soprattutto la grande forza del ristorante “Dal Pescatore” sta proprio nella lunga memoria e nell’impegno di tre diverse generazioni che si mettono a confronto.
Si legge su CinqueSensi: “Il tempo modella interi paesaggi e proprio sotto il poggio, di fronte all’ingresso, sopravvive una vestigia del fiume, l’ansa perduta dell’Oglio che, di piena in piena, ha cambiato più volte il suo corso. La lanca (si chiama così) di Runate, alimentata da una risorgiva, popolata di ninfee bianche e dalla rana di Lataste, è all’origine del parco regionale. Sembra quasi il frutto di una concretissima magia: avere la cucina tutelata anche nella vista da un pezzo di natura viva, senza maschere”.
Nadia, dal canto suo, spiega: “Quando il menu è costruito sapientemente, il cibo può diventare felicità, emozione e fonte di benessere. Anche nei momenti più difficili della storia, l’uomo si è preoccupato di come preparare gli alimenti in grado di garantirgli la sopravvivenza; ma la cucina è molto più di una necessità, è il luogo dell’incontro umano per antonomasia, è qualcosa che si tramanda di generazione in generazione, comunica il nostro gusto, riflette carattere, mentalità, attitudini. È il nostro patrimonio e la nostra identità”.
E, come per chiudere il cerchio, questa la motivazione con cui la giuria dell’importante concorso ha deciso di premiare Nadia Santini: “Socievole, accogliente e straordinariamente umile, è difficile pensare a una persona più lontana dalla caricatura della super-chef di Nadia Santini. La sua presenza ha contribuito in maniera importantissima al successo di questa impresa famigliare”.
Più chiaro di così.