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Nadia Terranova – Bruno, il bambino che imparò a volare

Creato il 28 febbraio 2012 da Viadeiserpenti @viadeiserpenti

Bruno, il bambino che imparò a volareRecensione di Alessia Caputo

Bruno è un libro, è un viaggio e un paio di ali.
Se non si conosce la storia di Bruno Schulz non sarà certo leggendo questo libro che si scoprirà qualcosa.
Nadia Terranova racconta un Bruno Schulz inedito, in questo libro illustrato da Ofra Amit. Ripercorrendo tutta la vita del silenzioso e minuto autore polacco, (ricordato abitualmente per la sua testa grossa) dall’infanzia all’età adulta, fino alla morte avvenuta la notte del 19 novembre 1942, la cui causa ancora oggi sembra avvolta dal mistero.
Se Nadia Terranova ha immaginato le ali di Bruno, Ofra Amit le ha disegnate con maestria, un po’ come forse avrebbe fatto anche Chagall.
E così Bruno vola via verso un mondo variegato e fantasioso tutto rannicchiato nella sua testa. Un mondo in cui il padre è un abile e maestoso uccello, un piccolo ragno da salvare, un coraggioso pompiere che fugge su un tappeto volante, quando non è nella sua bottega dal parquet color cannella a vendere tessuti.

«Secondo Jakob Schulz la materia pullulava di vita, bisognava solo stanarla e forgiarla. Jakob si mischiava e si impastava con il mondo per guardare tutto con occhi nuovi e diventare ogni volta un po’ meno se stesso.
Bruno spiava le instancabili gesta di suo padre e si chiedeva come fare a imitarlo.
Non aveva gambe svelte né arguzia accesa né occhi mutevoli.
Era troppo timido e troppo piccolo.
Soprattutto Bruno portava con sé l’imbarazzo di una testa grossa che gli avrebbe reso impossibile il volo di un uccello, il rapido passo di un ragno, la destrezza di un pompiere.»

Nadia Terranova – Bruno, il bambino che imparò a volare
Una piccola favola disincantata, il racconto delicato di come l’autore polacco sia vissuto, come abbia guarito la sua nostalgia e quel «niente, nulla e vuoto» seguiti alla sparizione del padre. Passando attraverso la testa e la fantasia di Nadia Terranova, in brevi frasi che sembrano perdersi nei disegni di Ofra Amit, Bruno Schulz si regala al lettore quasi rinato, di nuovo bambino per volare al di sopra di tutti, dopo essere sparito in un cosiddetto Giovedì Nero, forse per una ripicca tra gerarchi nazisti.
E chissà, magari lo si può immaginare come lo ha immaginato David Grossman in Vedi alla voce amore dove dedica all’autore un intero capitolo. Per lui Bruno non è morto sul serio, è sceso al mare e nel mare si è immerso, è diventato pesce, salmone in un branco di salmoni, accompagnandoli nel lungo viaggio di ritorno al loro fiume di origine.
È questo il modo migliore per ricordarlo, immaginarlo altrove, dissolto, in un «plof».

Nota sull’autore
Messinese di nascita e romana d’adozione, Nadia Terranova è scrittrice, redattrice e traduttrice.
Per ragazzi, insieme a Patrizia Rinaldi, ha scritto Caro diario ti scrivo (Sonda 2011), storia di sei dodicenni poi divenute scrittrici famose, da Anna Maria Ortese a Jane Austen. Il libro ha ottenuto la menzione al premio Elsa Morante Ragazzi. Scrive anche per il teatro.

Nota sull’illustratore
Ofra Amit ha 35 anni e vive in Israele, a Tel Aviv. Ha studiato architettura e si è diplomata in Comunicazione Visuale all’Accademia di Haifa. Ha lavorato come animatrice e ora illustra libri per ragazzi, crea immagini per il teatro e lavora come illustratrice per riviste e quotidiani. Nel 2010 ha ottenuto la Gold Medal for Children’s Books Illustration attribuita dall’Israel Museum.

Per approfondire:
leggi l’intervista a Nadia Terranova su Repubblica
leggi la recensione su Wuz
leggi la recensione su Vanity Fair



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COMMENTI (1)

Da barbara
Inviato il 27 marzo a 21:10
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ciao nadia :) sn tua cugi barbara t.v.b :) <3 <3 <3