Dopo i tumulti e le filippiche dell’intera cittadinanza in seguito alla comparsa sulle panchine di piazza Carlo III dei braccioli anti-barboni, l’assessore Fucito annuncia, con rabbia, che questi ultimi sono stati rimossi.
Prima e dopo l’accaduto i social network si sono conditi addirittura di pagine pro e contro soluzioni illegali del genere, ma ancora adesso non sono stati individuati gli esecutori materiali e i mandanti dell’operazione.
Alcune importanti testate come Il Mattino avevano gridato al razzismo, ma ciò non è razzismo è idiozia, in senso etimologico. Alcuni cittadini, esasperati anche dalle difficili condizioni in cui riversa la piazza, hanno deciso di indulgere in alcune loro nevrosi. Per nostra fortuna, e per principio di senso pubblico e civiltà, la ragione morale del popolo napoletano ha prevalso.
Le buone notizie non finiscono qui. Dopo l’accaduto è stato ripreso il dibattito tra il Comune di Napoli, il presidente della Municipalità e i comitati cittadini e associazioni per il rifacimento di piazza Carlo III. Si parla soprattutto di un concorso internazionale, da cui poi si possano scegliere i progetti “migliori” e più “belli”.
Ci raccomandiamo però che questi progetti non riflettano né l’idiozia da mercanti né l’avarizia da salumieri, né l’egocentrismo da star dell’architettura né il lobbismo da clientele. Il progetto deve nascere da un serio studio del luogo, da un punto di vista storico e sociale. Sono fuori luogo strutture aliene di acciaio e vetro, animali da zoo e acquitrini.
La piazza, inoltre, dovrà integrarsi con gli edifici circostanti e, soprattutto, dovrà pensarsi in continuità con il Reale Albergo dei Poveri e con i piani di ri-funzionalizzazione dello stesso. Un monumento equestre dedicato a Carlo III tra cattedrali arboree e alberi robusti e resistenti, autoctoni e non esotici, sembrano essere le ipotesi circolanti e più soddisfacenti.
Non vogliamo per piazza Carlo III, affermano gli iscritti al Comitato civico di piazza Carlo III, l’abuso che è avvenuto con il sindaco di La Spezia, il quale ha preferito stipiti di acciaio colorato da archistar a pini marittimi secolari.
Una piazza museo e orto-botanica sarebbe da escludere, o potrebbe essere un ottimo esperimento per il recupero della socialità a Napoli?