La Chiesa del Gesù Nuovo: luogo di nuove, inaspettate melodie. Un posto considerato malevolo per tanto tempo, eppure così ricco di armonica bellezza. La tribuna della Chiesa del Gesù Nuovo è ricca di colore, ma mantiene la sua compostezza: equilibri di geometrie e colori, tra pannelli marmorei, dipinti e sculture la rendono splendidamente elegante. Affrescata da Massimo Stanzione, contiene nel transetto varie opere del Seicento.
“Transetto sinistro Gesù Nuovo Naples” di IlSistemone – Opera propria
Sul lato sinistro opere pittoriche di Jusepe de Ribera, Gloria di sant’Ignazio e Papa Paolo III approva la regola di sant’Ignazio. Sembrano vive le splendide sculture di Cosimo Fanzago, il David e Geremia laterali all’altare. Concludono la splendida decorazione di questo lato, cicli di affreschi di Paolo De Matteis e Belisario Corenzio. Tutti artisti in grado di rappresentare le tematiche religiose con forza, nei vari colori morbidi di sfumature, nelle espressioni dei protagonisti e gli scorci che li circondano.
“Transetto destro Gesù Nuovo Naples” di IlSistemone – Opera propria
Sul lato destro tele di Luca Giordano: San Francesco Saverio trova il Crocifisso in mare, Il Santo caricato dalle croci ed Il Santo che battezza gli indiani, tutte della fine del Seicento; un dipinto del Santafede ed ancora cicli di affreschi del Corenzio e del De Matteis. Fu il Fanzago ad eseguire le due sculture ai lati dell’altare. Raffigurano Sant’Ambrogio e Sant’Agostino, e sono entrambe databili al 1621.Una porta d’accesso alle antiche stanze private di Giuseppe Moscati. Il passato è ricordato da alcuni manoscritti del santo, qui esposti, sue fotografie storiche ed alcuni rosari.
L’abside della Chiesa del Gesù Nuovo brulica di ricchezza: realizzata tra il XVII ed il XVIII secolo dal Fanzago e terminata da Domenico Antonio Vaccaro e dalla sua scuola; altre sculture sono di Matteo Bottiglieri e Francesco Pagano. Alle pareti, splendidi marmi policromi. L’altare maggiore è un’opera eseguita molto più tardi dal gesuita Giuseppe Grossi.
“Cupola Gesù” di Baku – Opera propria
La cupola, ricostruita da Ignazio di Nardo e consolidata da una struttura in calcestruzzo armato, presenta una calotta sferica scandita dalle finestre lunettate; le decorazioni in stucco riprendono il motivo del cassettonato. La falsa cupola ricorda, nei pennacchi, il primo Seicento con affreschi di Giovanni Lanfranco.
Il fulcro della Chiesa del Gesù Nuovo, dunque, è ricco di colori e figure plastiche, della bellezza equilibrata del marmo ed una finezza compositiva speciale. Nella navata destra si aprono tre cappelle ed una cappella più grande che chiude il transetto: la prima cappella presenta decorazioni marmoree di Costantino Marasi e Vitale Finelli e dipinti di Azzolino; la seconda è dedicata a San Giuseppe Moscati e conserva un dipinto all’altare dello Stanzione. La cappella che funge da abside destro presenta ornamenti del Corenzio e marmi del Marasi. Ovunque fiorisce bellezza, nei dipinti classicheggianti che smorzano le arditezze degli ori e dei marmi riccamente colorati, seppur composti. E’ un piacere osservarli da vicino.
Affresco di Belisario Carenzio – Foto di Konstantin Mitroshenko
Affresco di Solimena – Foto di Konstantin Mitroshenko
Compostezza e simmetria anche nella navata sinistra, che come quella destra ospita tre cappelle. La prima cappella presenta una decorazione del Marasi, una tela dell’Azzolino e affreschi del Corenzio; la seconda è impreziosita con decorazioni di Corenzio e di Girolamo Imparato e statue di Michelangelo Naccherino, Pietro Bernini e Girolamo D’Auria. Il Cappellone di Sant’Ignazio fu decorato dal Fanzago, Costantino Marasi e Andrea Lazzaro. Ancora del Fanzago sono le statue tra le tele di Spagnoletto e Paolo De Matteis. La cappella che funge da abside sinistro presenta marmi disegnati da Giuseppe Bastelli, Domenico di Nardo, Donato Gallone e affreschi di Francesco Solimena.
La chiesa del Gesù Nuovo custodisce uno splendido organo a canne creato da Gustavo Zanin nel 1989. Fu realizzato in sostituzione dell’ organo precedente, secentesco e costruito da Pompeo de Franco, riutilizzandone la cassa barocca e parte del materiale fonico. Una facciata che canta, un organo che rivivendo genera nuove melodie: è un festival di armoniche sinfonie, la Chiesa del Gesù Nuovo.
Un canto che arriva da lontano, e lontano sparge le sue note.