Ieri e’ ripresa la trasmissione televisiva de Le iene, trasmissione che mi piace molto, dinamica, veloce, ma che riesce al tempo stesso a denunciare fenomeni anche molto delicati e spiacevoli.
Prima puntata del nuovo anno, nuovi conduttori maschi, e ovviamente prima serata. Non so quanto abbia fatto di ascolti, share e quanto altro, ma credo che comunque al passaggio del primo servizio ci fosse un bel po’ di gente davanti ai televisori.
E di cosa ha parlato il primo servizio? un piccolo problemino, una banalita’, della differenza di prezzo tra un funerale a Casoria e un funerale a Napoli. Un piccolo accordo, vogliamo dire di stampo “camorristico” tra le aziende che si dividono il business dei morti. In pratica se muori a Casoria il funerale ti costera’ 2/3 volte in piu’ che se invece muori a Napoli. Il bello e’ che le aziende napoletane appena sentono che si tratta di un morto a Casoria desistono e confermano di rivolgersi alla ditta di Casoria.
La Iena di turno si reca sul posto e ovviamente subisce una intimidazione e un furto, il furto della telecamera, ma la cosa bella e’ che il furto avviene all’interno di questa azienda, non all’esterno, e il ladro fugge da una uscita di sicurezza del negozio, a dimostrazione di quanto bene conosceva il posto.
Ma questo e’ solo l’inizio.
Altri napoletani si sono distinti per un’altra onorevole causa. La vendita di cocco sulle spiagge di Rimini. C’e’ da vantarsi: quasi 60 anni di dominio assoluto della cittadina emiliana. Non e’ possibile per nessun altro pensare di poter vendere su queste spiagge il cocco, non scherziamo. E la Iena che ci ha provato e’ finita anche per prenderle, dopo essere stato avvisato con le buone. C’e’ tutto un sistema di “rispettare” e che fai “arrivi un bel giorno e ti vuoi mettere a vendere il cocco qua?“. Questo il problema… Il sindaco lo sa, ha messo su una task force per arginare il fenomeno, ma ancora non c’e’ riuscito, sperano di beccarli, le iene giustamente hanno suggerito che per beccarlo basta mettere due uomini in borghese a vendere il cocco…e figurati.
Sia chiaro, c’e’ il milanese che evade le tasse con la mammina che vende in nero i suoi abiti, c’e’ il romano che fa della beneficenza la sua fonte di reddito a discapito dei “creduloni”, c’e’ il sardo che vorrebbe far diventare la Sardegna come Ibiza, liberalizzando i Rave e il ganja, il calabrese che se ha un terreno che fa aspetta i permessi per costruire? se metto un pilastro e non lo abbatti significa che posso continuare…. insomma, di italiani “imbecilli” e “furbetti” ce ne sono in ogni angolo, gli alibi che ognuno e’ in grado di costruirsi per giustificare le proprie azioni sono fantastici e irriverenti, ma quando sento che il “disgraziato” e’ napoletano e’ come se ricevessi un pugno allo stomaco.
L’assembramento che si crea ogni volta che c’e’ una telecamera, il dover per forza apparire simpatici e divertenti, l’utilizzo del dialetto come unica forma di comunicazione, tutto questo non e’ il napoletano o Napoli, sono solo le peggiori rappresentazioni di questa citta’.
Massi