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Napoli, ecco come la camorra gestisce le case popolari

Creato il 25 marzo 2015 da Vesuviolive

camorra case popolariIl pentito di camorra Giuseppe Manco ha spiegato ai Pm della Dda come “l’affare delle case popolari viene gestito dai clan”.

Come riporta Il Mattino, l’ex camorrista inizia col sottolineare il fatto che «Il settore delle case popolari è un affare di interesse dei clan della zona orientale. Vi è una netta divisione territoriale, le case di via Mastellone sono gestite dal clan Cuccaro e quelle tra corso Sirena e via Ciccarelli dal clan Aprea. E lo stesso dicasi per i negozi».

I boss camorristi, ovviamente, controllano il territorio in cui operano e, continua Manco, «Una volta che l’unità immobiliare viene assegnata, se l’assegnatario è della zona viene lasciato in pace, se non è della zona viene avvicinato da esponenti del clan. Le case assegnate possono essere di tre pezzature: 106 metri quadrati, ovvero per un intero nucleo familiare, 80 metri quadrati e 50 metri quadrati che sono di solito su un piano rialzato. A seconda della superficie dell’appartamento viene promessa una sorta di “buonuscita” al legittimo assegnatario. Ovviamente  non viene mai corrisposta tutta la cifra promessa ma solo una piccola parte di essa, quella che corrisponde alla prima rata».

I camorristi, quindi, promettono dei soldi in cambio dell’appartamento atto a controllare meglio i loro traffici, senza interessarsi e preoccuparsi di chi necessita di quel tetto sopra la testa; il loro unico scopo è piazzare in casa gente di fiducia. Ed il sistema per farlo è sempre lo stesso e neppure tanto complicato: l’assegnatario legittimo dell’alloggio viene convinto ad andare via, prima però si fa in modo che nel proprio stato di famiglia risulti convivente con la persona indicata dal boss per prendere possesso della casa”.

Trascorsi sei mesi per il soggetto “estraneo” – continua il pentito- è possibile spostare automaticamente la propria residenza presso l’abitazione e quindi diventare intestatario di tutti i contratti delle forniture e dei servizi».

È questo, dunque, il sistema con cui, da anni, la camorra gestisce gli alloggi popolari al quale, ovviamente è molto pericoloso opporsi. E la povera gente non sa come fare per avere un tetto sotto il quale dormire.


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