Scale del Petraio – foto: flapane.com
In seguito ai lavori di riqualificazione della pedamentina del Petraio inaugurati dal Comune di Napoli e ad un mancato studio storico, architettottonico e urbanistico preventivo dei tecnici a lavoro la pedamentina del Petraio e la sua identità storica è in grave pericolo.
Le modalità degli attuali lavori pubblici per le tubazioni stanno stravolgendo il sito a dispetto delle proteste e delle manifestazioni di dissenso del comitato “Salviamo le scale del Petraio”, di 50 famiglie e di una raccolta firme che vanta l’autorevolezza di molti tra artisti e intellettuali napoletani e internazionali. Questi sono contro la non curanza dei lavori nei confronti della precedente configurazione della strada. Il basamento dedicato a Goethe, ad esempio, è stato quasi completamente distrutto.
La pedamentina del Petraio era un ripido pendio di ciottoli e petrame che scendeva dalla collina del Vomero e giungeva verso la parte occidentale della città all’altezza della Chiesa San Carlo alle Mortelle al Corso Vittorio Emanuele.
Nel suo vocabolario napoletano-fiorentino il D’Ambra precisa che Petraio risale da “Petraro”, ovvero da ciò che non è una cava di pietre ma un abbondante acclivo di ciottoli e petrame trasportati dalle piogge torrenziali a partire dagli ager (terreni agricoli) e alluvionali. D’Ambra non errava, in quanto la pedamentina occupa l’antico alveo di un torrente stagionale, sui cui margini si è costruita un’edilizia popolare tipica, fatta di case basse colorate e panoramiche. Il nome di Petraio alla via è stato deciso dalla nobile ed antica famiglia duosiciliana Brancaccio, che vi aveva qui molteplici proprietà e possedimenti.
Storica è la stratificazione non solo architettonica del Petraio, ma anche quella sociale. Il Petraio ha conosciuto, e conosce ancora, la frequentazione non solo degli strati più poveri della popolazione, ma anche di giovani intellettuali e studiosi in cerca di tranquillità, affitti accessibili, e di quei rapporti umani di vicinato completamente scomparsi altrove e in seguito alle speculazioni edilizie e all’incentivi cittadini per una motorizzazione privata.
Anche se il Petraio scade ancora per il suo livello di sovrappopolazione, scarsità d’igiene delle abitazioni e per la carenza dei servizi, rimane di un immenso valore storico e sociale, di identità cittadina, che va salvaguardato comunque in qualsiasi tipo di riqualificazione del sito.
I basolati lavici stessi, con cui il passaggio pedonale del Petraio è costruito e si è caratterizzato per secoli, vengono spaccati e distrutti invece di sollevarli per poi ricollocarli.
Il rappresentante del comitato e responsabile della raccolta firme Federico Esposito si appella alle Municipalità concessionarie dei lavori, alla Soprintendenza ai beni architettonici, paesaggistici e storici per Napolie e Provincia, e ai Media di massa affinché nei lavori vengano utilizzati diversi, più esperti, e specializzate maestranze per il proseguo dei lavori.
Il volto architettonico e urbanistico di Napoli non può essere trasfigurato, in quanto non solo pietre vengono ferite con tali insipienti operazioni ma anche corpi di carne e identità.