Il Prefetto del tribunale di Napoli Gerarda Maria Pantalone ha negato al piccolo Ruben Conte Loi la trascrizione, sull’atto di nascita, del secondo cognome e del secondo genitore. Il problema è che il neonato possiede due mamme: la napoletana Daniela Conte, madre biologica del bambino e la sarda Marta Loi; le due donne, sposate in Spagna e divenute mamme grazie alla fecondazione assistita, alla nascita del bambino si recarono agli uffici spagnoli per la trascrizione. Tuttavia, negli stessi uffici comunicarono alle due donne che, nonostante avessero trascritto la nascita, non potevano concedere al piccolo alcun documento d’identità, perché figlio di un’italiana e, pertanto, nessuna copertura sanitaria statale. Per cui, le neo-mamme si rivolsero al Consolato italiano, il quale però respinse la richiesta.
Il passo successivo fu quello di procedere attraverso il Comune di Napoli, al quale chiesero la richiesta di trascrizione dell’avvenuta nascita.
Il sindaco Luigi De Magistris non esitò alla trascrizione e, per la prima volta, il 30 settembre 2015, al Comune di Napoli fu sottoscritto un atto di nascita di un bambino nato da due donne regolarmente sposate: furono così riportati i nomi di entrambi le madri, uno dei quali inseriti nello spazio che, comunemente, è usato per le generalità paterne.
Se questo fosse stato il finale di una delle storie sui diritti, avremmo avuto un sano lieto fine, invece, il 28 ottobre scorso il prefetto ha inviato al sindaco una diffida poiché nella trascrizione erano presenti due errori: il primo riguardava la presenza del doppio cognome, non previsto dalle leggi italiane (si può dare quello del padre, o a scelta, quello della madre). Il secondo è il nome della seconda madre nella casella predisposta per il padre, o meglio, per il secondo genitore. Di fatti la categoria “secondo genitore” non prevede differenze di genere. A meno che non si ha a che fare con i legislatori italiani: infatti il Prefetto spiega: “Nell’ordinamento italiano il padre è solo di sesso maschile”.
De Magistris, a questo punto, aveva un tempo specifico, determinato dal Prefetto, per modificare l’atto di nascita. La scadenza terminava oggi, 5 novembre, anche se un comunicato stampa del Comune aveva annunciato nei giorni scorsi che ci sarebbe stata un proroga di circa 5 giorni. Tuttavia, come comunica la Prefettura: “non c’è alcuna proroga concessa al sindaco, perché la cancellazione è stata fatta dal prefetto”. Nella comunicazione inviata oggi all’Amministrazione, si affida al sindaco de Magistris il compito di “annotare gli estremi dell’atto nel registro di Stato civile del Comune”.
“C’è questa situazione perché il legislatore non ha il coraggio e la voglia di legiferare sui diritti” dichiara il sindaco napoletano, il quale ha annunciato un ricorso al TAR della Campania.
Poi aggiunge: “In attesa della legge vediamo che cosa diranno i magistrati”. De Magistris valuta gravissima l’assenza di una legge in merito poiché “se noi non fossimo intervenuti, questo bambino non avrebbe avuto libertà di circolazione nella civilissima Europa né la possibilità di avere assistenza sanitaria.Tutto questo sembra non importi e prevale una forma di diritto oscurantista, pervicace, opprimente”.
L’atteggiamento del sindaco, riguardo la questione, rappresenta un piccolo passo verso l’emancipazione nei diritti: ogni cambiamento nella società, piccolo o grande che sia, comporta trasformazioni difficili, accettazioni lente e sacrifici da parte di molti. L’amore è sempre stata un’arma senza eguali. Bisogna andare avanti speranzosi.