Napoli in ansia per Cristian, attivista Greenpeace rischia 15 anni di carcere

Da due giorni, un cartellone enorme campeggia sulle pareti del Maschio Angioinoa Napoli. C’è scritto: “Liberate Cristian #FreeTheArtic30″. Cristian D’Alessandro, 32 anni, residente ai Colli Aminei, è uno dei trenta attivisti di Greenpeace arrestato in Russia per aver assaltato una piattaforma petrolifera. Amici e autorità si sono schierati per la liberazione, ma il giovane rischia una pena di 15 anni di carcere.

È dal 18 settembre che Cristian è rinchiuso nel carcere di Murmansk, città della Russia nord occidentale. Insieme ad altri ventinove suoi compagni, ha assaltato una piattaforma che estrae gas e petrolio nel mare Artico per conto di Gazprom, la compagnia russa che è maggiore estrattore di gas naturale nel mondo.
Quella contro le trivellazioni nel mar Artico è la più importante battaglia che Greenpeace sta sostenendo in questi ultimi anni,tanto che quasi quattro milioni di persone hanno sottoscritto una petizione per vietare, in quei luoghi, le perforazioni petrolifere e la pesca industriale.

“L’ho scoperto in televisione,quasi per caso“ spiega Raffaella,la madre di Cristian “Dopo l’arresto da parte della guardia costiera russa, nessuno parlava più della vicenda, il buio più totale. Su internet ho trovato un tweet di Cristian che diceva: Forse questo è il mio ultimo tweet, si stanno calando con le corde. Lì ho capito che la situazione stava precipitando, ma l’ambasciatore italiano a San Pietroburgo, Luigi Estero, mi ha rassicurato. Mi ha detto che stava bene e che non era preoccupato e gli credo, perché Cristian ha un’aspetto fragile ma spalle forti“.
A fianco di Cristian e dei trenta attivisti arrestati si schiera anche Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia: “La loro unica colpa è solo quella di aver ascoltato la loro coscienza”.
“Chiediamo subito che venga risolto questo incredibile caso giudiziario” è il commento di Giuliana di Sarno,presidente della terza municipalità.

Nonostante i tanti appelli, la situazione di Cristian è complicata:  giovedì, il comitato investigativo russo ha deciso che i trenta attivisti verranno processati per reato di pirateria. Rischiano dai 10 ai 15 anni di carcere. “Non è facile per me assistere a tutto questo“, racconta ancora Raffaella, “ma noi condividiamo la sua scelta. Quest’azione eclatante ha portato alla ribalta un tema importante come quello delle trivellazioni nell’Artico. Questi giorni sono difficili, ma molti, tra amici e istituzioni, hanno espresso la loro vicinanza e, per questo, li ringrazio“.
Greenpeace,dopo l’arresto, ha organizzato tre giorni di protesta in tutto il mondo e ha raccolto 650mila firme per la liberazione del gruppo. La battaglia continua.