Ai sensi del Codice della Strada, secondo il testo del Decreto Ministeriale del 30 novembre 1999, num. 557, si sancisce il regolamento vero e proprio, atto al costruire e organizzare una pista ciclabile urbana, le cui regole sono molto rigide e severe. Ma a Napoli tutto ciò si è rispettato? Come sono dislocate le piste ciclabili per tutto il tessuto urbano? Le persone rispettano i ciclisti? Le auto, i motorini e i parcheggi selvaggi riconoscono e rispettano le segnaletiche delle piste ciclabili napoletane? Come sono state costruite pertanto queste “povere” piste ciclabili, secondo quale logica?
Chiunque può rispondere a questi quesiti semplicemente facendosi un giro per il centro e prestando attenzione a come vengono “maltrattate” le piste ciclabili a Napoli. Folle di pedoni che ci camminano sopra a via Roma e a via Chiaia, non rispettando affatto la segnaletica stradale e i ciclisti stessi, visti nella bella e caotica Partenope perlopiù quasi come un miraggio. Sì, perché purtroppo, stando alle dichiarazioni dei cittadini, Napoli non dovrebbe neppure essere una città da vedere in bicicletta. Visitare Napoli in bike è davvero una missione impossibile: la geo-conformazione del territorio, piena di salite e discese, permetterebbe in effetti un giro in bici solo da Pantani in persona, o perlomeno da un ciclista professionista. Inoltre le piste ciclabili si trovano soltanto in alcuni punti della città, per poi scomparire come per magia, in un mistero. I ciclisti si chiedono: dove continuare a pedalare incolumi? E sopratutto: perché uscire in bicicletta se gli automobilisti non sono effettivamente “educati” a rispettare i ciclisti?
Parcheggio selvaggio in via Cervantes
Il traffico travolge le bici e le piste ciclabili con tanto di striscia gialla e icona bianca, vengono scambiate per veri e propri parcheggi, dove scooter e automobili selvaggiamente fermano e posteggiano in tutta tranquillità. VesuvioLive ha raccolto alcune dichiarazioni di napoletani che, mossi dal malcontento, hanno affermato: «Per quale motivo creare piste ciclabili che non servono a nulla o peggio, che non vengono tutelate e rispettate? Perché sono state organizzate senza condizione di causa? Perché non ci sono vigili urbani o del personale preposto che possa controllare il giusto funzionamento delle piste e impedire il parcheggio selvaggio? E sopratutto: che figura ci facciamo con i turisti?»
Piste ciclabili a Fuorigrotta
Napoli potrebbe essere la prima città al mondo, la meta preferita per il turismo internazionale, ma se le Istituzioni non cooperano, se la mentalità napoletana non comincia a cambiare, non comincia a riflettere, come potremmo mai pretendere di equipararci alle grandi città europee? Ai posteri l’ardua risposta.