“Grazie“ alla presenza delle mafie, il sud Italia corre meno rischi per quanto riguarda gli attacchi terroristici. Questa è la tesi che, negli ultimi giorni, ha preso piede nei discorsi delle persone e in alcuni articoli di giornale, rincuorati quasi dalla presenza della camorra in Campania, poiché potrebbe evitare il peggio.
Fanpage ha rivolto questa domanda a un uomo italiano che si occupa di alcune attività di intelligence e che ha preferito restare anonimo; l’interlocutore, dall’identità nascosta, si interessa, nello specifico, di contrasto alle mafie, lavorando tra Roma e il sud Italia. E alla domanda se l‘Isis non passa al sud per la presenza della mafie, l’uomo risponde: “Molti in Italia hanno una idea dell’Isis che sembra un film di Checco Zalone. Non è così, ci troviamo davanti a persone disposte a tutto in nome di questa guerra e mi pare che i fatti di Parigi lo dimostrino chiaramente.”
Il discorso poi si concentra su Napoli e Caserta, le quali sono state punti nevralgici per il traffico di armi e la produzione di documenti falsi. Luoghi che potrebbero essere utili ai terroristi, nonché funzionali per le dinamiche organizzative. Tuttavia, “se il principio stesso del terrorismo è generare caos, ovvero la violenza indiscriminata, l’azione improvvisa e destabilizzante come possiamo dirci al sicuro? Certamente Napoli non è un punto nevralgico come ai tempi della Guerra Fredda con la base Nato.”
Dunque anche l’ipotesi della salvezza grazie alla presenza di zone franche è da escludere. Napoli, come Roma e come le altre grandi città europee possiede poli d’attrazione e di concentrazione che potrebbero essere futuri bersagli. Ma vivere di allarmismi e preoccupazione è futile in tempi del genere. Serve solo a generare bizzarre idee (proprio come quella che le mafie fermino l’Isis) e false legende, figlie del fanatismo socio-mediatico dilagante.