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Napolina: quando Napoli ti fa essere il marchio più venduto

Creato il 24 maggio 2014 da Vesuviolive

Napolina - prodotti

“Napolina”, letteralmente: piccola Napoli.
Napolina è un marchio fondato dal napoletano Marino Iandorio più di cinquanta anni fa, e lanciato nel Regno Unito è diventato in quella Nazione il leader brand  nel settore dei prodotti alimentari in stile italiano. Oggi è presente sugli scaffali britannici con più di cento diversi articoli, tutti riportanti sulla confezione la dicitura “Prodotto in Italia”. In effetti questa azienda, la cui lettera N del logo riprende la forma del Vesuvio, ha uno stabilimento nei pressi di Foggia, ma tuttavia in quanto a provenienza delle materie prime utilizzate fa permanere qualche dubbio.

Dubbio che non persiste per l’aceto balsamico, poiché sul sito di Napolina è scritto più volte che è prodotto a Modena, oltre che per le olive in barattolo (olive di Cerignola). Circa i pomodori pelati è ragionevole credere che vengano utilizzati quelli prodotti nei dintorni di Foggia, visto che sul sito dell’azienda Princes, che possiede il marchio Napolina, si può leggere che i pomodori sono raccolti nelle prossimità del loro stabilimento (“sun-ripened tomatoes, harvested close to our Foggia production site”); riguardo la pasta, Napolina dice di utilizzare grano italiano ottenendo il prodotto la lavorazione tipica italiana. Nulla si riesce a scoprire sull’olio, i fagioli, i sughi pronti, i pesti, le pizze (più che pizze, poi, sembrano grossi biscotti conditi, guardando le foto), e così via. Probabilmente, ragionando per analogia, Napolina usa ingredienti pugliesi, però sul suo sito non si possono trovare indicazioni in merito, anzi, devo confessare che gli “Italian style food” e “Italian heritage” (rispettivamente, “cibo in stile italiano” ed “eredità italiana”) mi lasciano alquanto perplesso sull’effettiva origine italiana di tutte le materie prime.

In ogni caso mi sento di escludere ogni forma di “napoletanità” nelle materie prime dei prodotti Napolina. A ricordare Napoli vi è soltanto il nome, la N a forma di Vesuvio, una foto del Golfo e le immagine pubblicitarie dei prodotti le cui confezioni sembrano eruttare. Sicuramente, invece, siamo di fronte all’ennesima dimostrazione che all’estero basta inserire riferimenti a Napoli e il prodotto ha un successo clamoroso: chi lo fa sapere all’Italia Unita S.p.A.?


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