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Giorgio Napolitano non perde alcunaoccasione gli si presenti, discorso pubblico o manifestazioneufficiale, per ripetere, come un disco rotto, il suo auspicio che“ciascuno faccia la sua parte” e che attraverso la coesionenazionale e lo sforzo di tutti l'Italia affronti e risolva i problemiche la riguardano.Non so se in questo atteggiamentoprevalga l'ipocrisia di chi da oltre cinquant'anni naviga i maridella partitocrazia, l'onesta convinzione che le Istituzioni vadanodifese sempre e comunque, l'illusione che le forze politiche possano,nonostante tutto, dedicarsi alla cura del bene comune edell'interesse nazionale.La realtà, quella sotto gli occhi ditutti e di cui perfino la Confindustria di Marcegaglia prende oraatto, è ben diversa: è quella di una classe politica nel suocomplesso, tutta presa dalla difesa dei propri privilegi, che non ècapace di definire un progetto alternativo al sistema dominante chepossa salvare l'Italia, è quella di una maggioranza parlamentare dibriganti, di inquisiti e di condannati che rifiutano di sottoporsialle leggi della Repubblica, è quella di un Presidente del Consiglioindegno di ricoprire la sua carica, dal conflitto di interessi all'utilizzo di Previti e Dell'Utri, dal caso Mills fino al principaleimpegno quotidiano: l'arruolamento di prostitute, servendosi dipersonaggi impresentabili e sottoponendosi ad ogni possibile ricatto,per soddisfare le proprie pulsioni sessuali.
La realtà è quella di un'Italiadivenuta lo zimbello del mondo e tenuta a distanza e consideratainaffidabile dalla comunità internazionale.La realtà è quella di una forzadeterminante della maggioranza, la Lega, che lavora per la divisionedell'Italia e lo sfascio delle Istituzioni.I cittadini la propria parte la stannofacendo: sopportando le conseguenze di una gravissima crisieconomica, subendo le ingiustizie di una austerity e dellosmantellamento dello stato sociale che fa pagare solo ai più deboliil costo dell'ipotetico risanamento finanziario.Ma Napolitano quando farà la suaparte?Credo che tutti i democratici, tutticoloro che si riconoscono ancora nella Costituzione desideranol'immediato scioglimento delle Camere e nuove elezioni.Non so se ciò sia possibile ecostituzionalmente legittimo finché Berlusconi godrà della fiduciadel Parlamento, sia pure ottenuta a suon di favori, prebende ericatti. Non so nemmeno se sia auspicabile ilconflitto istituzionale che ne deriverebbe, dovendo comunque ilPresidente del Consiglio controfirmare l'atto di scioglimento delleCamere e di indizione di nuove elezioni, se sia opportuno che questeavvengano con Berlusconi ancora in carica per l'ordinariaamministrazione e dunque con la visibilità mediatica che non avrebbealcuno scrupolo ad utilizzare, con questa legge elettorale e conquesto sistema televisivo e dell'informazione, quello dei Minzolini edei Fede.Ma certo qualcosa Napolitano, peronorare il ruolo che ricopre, dovrebbe fare. Come suggeriva lo stessoEugenio Scalfari, nell'editoriale di domenica scorsa su Repubblica,sarebbe quantomeno tenuto a inviare un messaggio alle Camere ed allaNazione per denunciare la situazione intollerabile in cui citroviamo, per stigmatizzare la manifesta indegnità morale del Capodel Governo, per richiamare tutti i singoli parlamentari allaresponsabilità che hanno nei confronti dei cittadini ed al dovere difedeltà alla Costituzione su cui anno giurato.Se non avrà il coraggio di farlo e sedunque dovrà essere considerato corresponsabile di questa situazionedi degrado in cui si trova l'Italia, si astenga almeno Napolitanodagli inutili e offensivi predicozzi che è ormai uso sottoporcinelle sue esternazioni pubbliche.
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