Sgombro subito il campo da un atroce dubbio: può il Presidente della Repubblica sciogliere le Camere anche senza che vi sia una crisi di Governo? In teoria sÏ. PerchÊ l’art. 88 Cost. non condiziona la decisione del Presidente a precise situazioni istituzionali. La norma recita solo che il Presidente della Repubblica può, sentiti i Presidenti di Camera e Senato, sciogliere le Camere.
Dunque trattasi di una valutazione tutta presidenziale, che è sempre stata esercitata davanti a crisi politiche insanabili in altro modo (e cioè con governi alternativi). Ma non mi pare (e potrei però sbagliarmi) che un Presidente della Repubblica abbia mai sciolto il Parlamento perchÊ il Presidente del Consiglio e la Magistratura litigano. Non mi sembra questa una giustificazione tale da indurre lo scioglimento dell’organo legislativo. Anzi, se questo dovesse accadere saremmo – a parer mio – dinanzi a un atto pericoloso, poichÊ verrebbe sancito ufficialmente che viviamo sotto una repubblica giudiziaria. Verrebbe in altre parole affermata la primarietà del Potere Giudiziario sul Potere Legislativo, di fatto snaturando gravemente il dettato costituzionale.
Invero, Napolitano sul punto ha tenuto un atteggiamento pesante e intollerabile per un Presidente super partes. Ha evitato di difendere il Presidente del Consiglio davanti a una sistematica violazione della privacy, e dinanzi a un’indagine giudiziaria dubbia. Certo, si potrebbe sostenere che non spetta al Presidente della Repubblica rimproverare i Magistrati (e in effetti è cosÏ). Ma è altrettanto vero che questo massacro del Presidente del Consiglio è politicamente inaccettabile, perchÊ ancora una volta evidenzia il pericoloso vuoto costituzionale che si è creato a seguito dalla mutilazione dell’art. 68 della Costituzione; che nessuno, nemmeno Napolitano, vuole vedere.
Ecco dunque il paradosso. Il Presidente della Repubblica che minaccia di sciogliere le Camere se il Presidente del Consiglio (al quale il rimbrotto era evidentemente riferito) non fa il bravo e non si lascia processare senza fiatare. Una minaccia che lascia decisamente sbigottiti, anche perchÊ quando l’ipotesi di sciogliere le Camere venne avanzata dal Centrodestra, dinanzi alle mozioni di sfiducia di fine settembre e metà dicembre, Napolitano poneva l’aut aut, sottolineando che il Presidente della Repubblica non si tira per la giacchetta e che solo a lui sarebbe spettato valutare l’opportunità o meno di scioglierle senza pressioni. Poi però oggi le elezioni le paventa l’opposizione ed ecco che il Presidente della Repubblica addirittura le ipotizza senza la mancanza di una crisi formale e con la presenza di una maggioranza in Parlamento. Il vero è che Napolitano non potrebbe oggi fare diversamente: in Parlamento Berlusconi la maggioranza ce l’ha, e dunque l’unica ipotesi è lo scioglimento delle Camere. Non esiste una terza via con una maggioranza disposta a sostenere il Governo.
Un altro aspetto che lascia basiti nell’atteggiamento del Capo dello Stato riguarda la posizione di Fini, sempre piÚ capo di partito e sempre meno figura istituzionale terza. Certo, Fini si è smarcato dall’ambiguità , congelando la sua carica di Presidente di Futuro e Libertà , ma è chiaro che siamo davanti a un gioco di fuochi fatui. O per meglio dire a uno specchietto per le allodole. Chi conosce bene la politica italiana, sa benissimo che ormai parte dell’attività politica dell’opposizione passa per gli uffici della Presidenza della Camera. Per cui, la mossa di Fini non è sicuramente garanzia di riequilibrio. Tutt’altro, è l’ennesima presa in giro dell’opinione pubblica, che ormai non ne può piÚ di questi giochi di Palazzo. Che sciolga pure le Camere, Napolitano. CosÏ finalmente decideremo noi chi deve andare a casa e chi deve restare. E sono certo che Fini e compagnia cantante, in tal caso rischierebbe grosso.
Autore: Il Jester » Articoli 1379 | Commenti: 2235
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Tags: art. 88 cost., berlusconi, capo dello stato, giorgio napolitano, napolitano, presidente del consiglio, presidente della repubblica, scioglimento camere
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