Napolitano teste nel processo borsellino

Creato il 22 marzo 2013 da Antonella Di Pietro @Antonella_Di_Pi

Il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, è stato chiamato a deporre nel processo per la strage di Via D'Amelio, dove perse la vita il giudice Paolo Borsellino insieme alla sua scorta, con la seguente motivazione "un osservatore privilegiato di quanto avveniva nei palazzi del potere", addotta dall'avv. Fabio Repici, legale del fratello di Borsellino. All'epoca dei fatti, Napolitano era Presidente della Camera e, secondo il legale, in una lettera indirizzata alla figlia di Oscar Luigi Scalfaro, Napolitano ha scritto "di averlo accompagnato nei momenti decisivi del tragico biennio delle stragi di mafia". La Corte ha però escluso che la testimonianza possa riguardare le telefonate intercettate tra il Napolitano e l'ex ministro Mancino. Salvatore Borsellino, da sempre impegnato nella ricerca sia dei mandanti della strage, sia della famosa agenda rossa misteriosamente sparita, dove il magistrato annotava degli appunti sui pentiti di mafia, ha voluto fortemente la testimonianza del Capo dello Stato e ne ha più volte chiesto, in passato, le dimissioni. Intanto, Napolitano, impegnato oggi ad affidare a Bersani l'incarico di formare un governo in tempi celeri, non rilascia dichiarazioni, così come le fonti del Quirinale non esprimono commenti in quanto non si conosce né l’oggetto della richiesta della parte civile, né il testo dell’ordinanza con cui è stata ammessa.
Il processo quater, che si svolge nell'Aula della Corte d'Assise di Caltanissetta, vede imputati i boss Vittorio Tutino, Salvo Madonia, Calogero Pulci, Francesco Andriotta e Vincenzo Scarantino. La Procura ha presentato una lista di 300 testi, tra pentiti, politici, esponenti delle forze dell'ordine, magistrati e familiari delle vittime. Tra i testi, oltre a Napolitano, l'ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, l'ex capo della polizia Gianni De Gennaro, Massimo Ciancimino, Claudio Martelli, Luciano Violante, Giuliano Amato, Vincenzo Scotti, Nicola Mancino, Virginio Rognoni. Verranno anche ascoltati i collaboratori di giustizia Spatuzza, Giuffrè e Brusca. Parte del processo sarà dedicata anche all'approfondimento del depistaggio dell'inchiesta e della trattativa Stato-mafia. I familiari delle vittime, la Presidenza del Consiglio dei ministri, i ministeri dell'Interno e della Giustizia, la Regione Siciliana, il Comune di Palermo, il centro Pio La Torre, Gaetano Murana e Gaetano Scotto si sono costituiti parte civile. 

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