Ma entriamo nel dettaglio della disamina odierna. Comunemente si ha una visione del narcisismo molto semplicistica che relega il concetto nel definirlo come “la fissazione nel culto per se stesso, per il proprio corpo e per la propria personalità, fino ad una esagerata ammirazione della propria persona”. Molti psicoanalisti, più sottilmente, si sono indirizzati, invece, alla ricerca della causa scatenante del narcisismo e l’hanno individuata nella cosiddetta ferita narcisistica. Lowen mi sembra lo studioso che meglio di altri ha saputo descriverla. Per il capostipite della Bioenergetica, “da bambini, i narcisisti subiscono quella che la psicoanalisi definisce una grave ferita narcisistica, un colpo alla stima di sé che lascia il segno e modella la loro personalità. Questa ferita implica un’umiliazione, in particolare l’esperienza di essere impotenti mentre un’altra persona prova piacere nell’esercitare su di noi il proprio potere. Non credo che basti una singola esperienza a formare un carattere, ma quando il bambino è costantemente esposto a umiliazioni in una forma o in un’altra, la paura dell’umiliazione finisce per essere strutturata nel corpo e nella mente. E’ facile che questa persona dica a se stessa: “Quando crescerò diventerò potente e non potrete più farmi questo, né tu né nessun altro.” (Alexander Lowen “Il narcisismo”, Feltrinelli).
Berlusconi, come tanti altri uomini di potere (basti pensare ad Hitler), è stato probabilmente vittima di una classica ferita narcisistica: la sua bassa statura, le sue orecchie spropositate, lo avranno esposto, fin da bambino, agli sfottò crudeli dei coetanei. Questi probabili episodi si saranno ripetuti nel tempo e non è da escludere che anche i primi approcci al mondo femminile siano stati turbati da questi suoi difetti fisici. Ecco che in lui è scattata la molla della ricerca affannosa e forsennata all’arrichimento prima, ed al potere successivamente. La ricchezza ed il potere danno status, annullano difetti fisici proiettando un immagine di potenza anche su uomini fisicamente svantaggiati.
Qui subentra, poi, l’altro aspetto del problema: la naturale attrazione che molte donne provano oggi per gli uomini di potere che lo sono in quanto ricchi. Agli albori della civiltà, invece, l’uomo di potere era il capo delle tribù che si elevava sugli altri per maggior forza, innanzitutto, e poi per intelligenza e saggezza. Nella società moderna, a prevalere non sono sempre gli individui migliori ma quelli dotati di minori scrupoli morali ed etici. Le donne nelle società primitive desideravano accoppiarsi con gli uomini dotati di forza fisica ed intelligenza, in quanto probabilmente più capaci di meglio soddisfarle sessualmente e di garantire alla loro prole una sicura sopravvivenza. Oggi, invece, essendo tutto mediato dalla ricchezza economica, comunque sia stata acquisita, le donne sono attirate dal fascino del potere economico, ma ancor più da quello politico, in quanto strumento per ottenere agi e privilegi. Ma esiste anche un’attrazione sessuale che si evidenzia soprattutto nelle donne a loro volta narcisiste. Il potere sembra conferire al suo possessore un alone di superiorità che si trasforma, agli occhi delle narcisiste, in una carica sessuale speciale che fa passare in secondo piano l’evidente assenza di bellezza fisica o le notevoli differenze di età. Ricorderete la memorabile dichiarazione di Sabina Began:“Per amore di Silvio rifiutai George Clooney. Io ho agito con amore verso Berlusconi, l’ho amato e lo amo tuttora. Vorrei essere una geisha per il Presidente”. Magari saranno state parole leggermente caricate, ma non è da escludere che abbiano un fondo di verità.
Io stesso ho conosciuto una narcisista seduttiva che subiva anche eroticamente il fascino del potere, che fosse militare, professionale o politico. Anna, uso un nome di fantasia ovviamente, di fronte ad una divisa o ad un politico provava eccitazione erotica pura. Quando ne doveva incontrare uno si preparava in maniera particolare. Di solito indossava anch’essa una sorta di “divisa” per impressionare l’uomo di potere da concupire. Tipica divisa: un classico tailleur Chanel nero con bordi bianchi che, unitamente alla chioma esageratamente bionda, la trasformavano in una sorta di virago pronta a qualsiasi azione pur di ghermire la preda.
Ecco perché, in queste ore di declino berlusconiano, non mi ha stupito la defezione della Carlucci, da sempre passionaria del berlusconismo oltranzista. Molti si sono affannati a descrivere il suo passaggio all’UDC come il solito esempio di trasformismo politico. Io vorrei azzardare che, invece, questo suo allontanamento ha una motivazione più complessa, che ha a che fare con le dinamiche che ho appena descritto. La Carlucci, per tantissimi anni, da perfetta narcisista, aveva provato attrazione, oserei dire, erotica per il Berlusconi leader. Nel momento in cui questo fascino del potere viene meno, l’uomo Berlusconi rivela tutta la sua debolezza, affiorano tutti i suoi difetti fisici ed il peso dei suoi tanti anni. Eppure, non è pensabile che in pochi mesi, anzi settimane, abbia avuto un così repentino decadimento fisico. L’unica spiegazione possibile, allora, resta la sua spoliazione dal potere che lo rende umano, troppo umano, per essere desiderato ed idolatrato.
Ciro Pastore – Il Signore delle Anime Smarrite
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