Prima di raggiungere Galatina che è la nostra prossima tappa per la notte e base logistica per altre esplorazioni del Salento, dopo Grottaglie ci facciamo un giro per la bellissima Nardò, un altro gioiello barocco nello scrinio prezioso di questa terra che ha una lunga storia da raccontare. Quante genti sono passate di qua: messapi, romani longobardi, bizantini, normanni, svevi, angioini, turchi, veneziani finchè nel 1497 Nardò è stata ceduta ai nobili Acquaviva di Conversano (una delle grandi casate del Regno di Napoli) che ne hanno fatto la capitale di un florido ducato. Ci incantano subito gli esterni tutti lavorati in roccia calcarea e gli interni della chiesa di San Domenico.
Proprio accanto alla chiesa di San Domenico si trova la fontana del Toro di inizio '900 con lo stemma di Nardò risalente al tempo degli aragonesi. La leggenda narra che sarebbe stato proprio un toro a scegliere il luogo in cui fondare la città, scalciando sul terreno e facendo zampillare l'acqua.
Come sempre in città piccole o grandi, paesi e borghi di questa nostra Italia non si è mai delusi, butti l'occhio intorno e salta sempre fuori qualcosa di bello, un angolo di poesia, uno scorcio che ti emoziona. Tipica qui a Nardò come in tutto il territorio salentino l'architettura delle "case a corte". In basso, nel cortile interno con le arcate si trovano o si trovavano originariamente il forno, un magazzino, le stalle, l'angolo per parcheggiare il carro e le stanze d'abitazione nei piani superiori.
Il fiore all'occhiello di Nardò è certo piazza Salandra, "la più bella piazza barocca del Mezzogiorno" scrivono pomposamente dépliant e guide e mi viene da sorridere perchè ogni luogo deve sempre vantare un primato, abbiamo la mania delle graduatorie, come se fossero necessarie. Effettivamente la panoramica è unica fra arcate, portali e logge. La struttura di questo spazio urbano nello sviluppo della città medievale assumerà un ruolo fondamentale sin dalla costruzione della prima cinta muraria ed è intorno alla piazza che verranno distribuiti i principali edifici religiosi, pubblici e privati sino a raggiungere l'odierno aspetto settecentesco.
Fulcro della piazza la Guglia dedicata alla Vergine Immacolata eretta su iniziativa dell'abate Francesco Antonio Giulio e inaugurata nella seconda metà del '700. Colpisce il contrasto fra l'intenso colore giallastro della pietra di carparo in cui, in cinque ordini sovrapposti, è realizzata la guglia e il biancore delle quattro statue in pietra leccese legate alla vita di Maria poste tra il primo e il secondo ordine; a dire il vero, guardando bene da vicino, colpisce ancora di più lo stato attuale delle povere statue.
Il rinascimentale Sedile è l'edificio più antico che affaccia su piazza Salandra ed è questo edificio ad avere decretato l'importanza del luogo poiché, Seggio Pubblico, era qui che si tenevano le discussioni e le decisioni per gli atti giuridico-fiscali dell'amministrazione pubblica, si tratta insomma dell'antica sede del Governo cittadino. La costruzione del Sedile è correlata alla fondazione dell'Università neretina, sorta nel periodo di ripresa socio-economica di Nardò legato al casato della famiglia Acquaviva nella seconda metà del '400.
Una vecchia foto rimanda anche al fasto del Palazzo di Città, con le colonne del suo porticato. La sua costruzione risale a fine '500. Si aggiungono contaminazioni rococò dovute alla ristrutturazione dell'edificio dopo il terremoto del 1743.
Mi è piaciuto un altare barocco della Cattedrale, anche lei ubicata in Piazza Salandra e abbiamo visto solo dall'esterno il Castello Aragonese del XV° secolo poi rimaneggiato nell'800 che adesso ospita gli uffici comunali di Nardò.
Non ce l'abbiamo fatta a passare nella frazione Santa Maria al Bagno, a pochi chilometri da Nardò, e mi dispiace. Oltre ad essere una frequentata località balneare, il luogo ha una storia che mi tocca da vicino e che è purtroppo quanto mai attuale anche ai nostri giorni. Propongo quanto scrive in merito Wikipedia:
Tra il 1943 e il 1947, l'esercito Alleato decise di ospitare a Santa Maria al Bagno e nei suoi paraggi oltre centomila Ebrei scampati ai campi di sterminio nazisti e in viaggio verso il nascente Stato di Israele. Qui alcuni edifici vennero “convertiti” alle nuove esigenze. In una casa nella piazzetta venne ospitata la Sinagoga e nella masseria “Mondonuovo” venne realizzato il kibbutz “Elia”. Tra i numerosi ospiti figuravano anche i nomi di Ben Gurion, Moshe Dayan, Golda Meir
Per l'ospitalità dimostrata, il 27 gennaio 2005, il Presidente della RepubblicaCarlo Azeglio Ciampi ha conferito alla città di Nardò, la Medaglia d'Oro al Merito Civile.
A testimonianza di quel periodo restano ancora tre murales realizzati da alcuni deportati ed in particolar modo da Zivi Miller. Questo ha dato spunto alla realizzazione del Museo della Memoria e dell’Accoglienza, che è stato inaugurato il 14 gennaio 2009, dove oltre ai murales si trova tutto il materiale storico concernente il periodo proveniente dall'archivio storico dell'APME - Associazione Pro Murales Ebrici di Santa Maria al Bagno e dal Comune di Nardò, con annessa biblioteca, emeroteca e documentazione visiva e multimediale.
http://www.fondazioneterradotranto.it/2012/01/27/i-murales-ebrei-di-santa-maria-al-bagno/
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