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NASCEVA OGGI... - Daniele De Rossi e Dino Baggio

Creato il 24 luglio 2010 da Calcisulcalcio
NASCEVA OGGI... - Daniele De Rossi e Dino BaggioQuesta settimana, per essere esaustivi, avremmo bisogno di una decina di pagine abbondanti. Sono tanti, infatti, i calciatori nati il 24 Luglio, per cui ci limiteremo ad un “Buon compleanno” generale, in modo da non scontentare nessuno. Per quanto riguarda i due signori di cui andremo a parlare nello specifico, poi, le dieci pagine di cui sopra basterebbero a malapena per riportare presenze, successi e aneddoti in maniera stenografica. Cercheremo quindi di essere più sintetici possibile, ricordando del grande Daniele De Rossi i natali in quel di Ostia nel 1983, l’esordio in serie A in Roma-Anderlecht il 30 ottobre del 2001, prima volta capitano dei giallorossi in Coppa UEFA il 15 marzo del 2006 ed ovviamente Campione del Mondo con l’ Italia ai Mondiali del 2006. Il resto è storia ed ovviamente non ha bisogno di essere ricordato, proprio come il carattere granitico ed il temperamento da guerrigliero mostrato in innumerevoli occasioni, quanto i suoi gesti di fair play. Uno per tutti, quello nella partita contro il Messina il 19 marzo del 2006, quando si fa annullare una rete di testa confessando una deviazione con la mano che il direttore di gara non aveva notato. Un campione in tutto e per tutto, definito da Marcello Lippi “Uno dei migliori al mondo, al pari di Lampard e Gerrard”, a cui vanno i nostri più sinceri auguri per i suoi 27 anni. Sono invece 39, gli anni compiuti oggi da Dino Baggio. Nato a Camposapiero nel 1971, Dino esordisce in serie A con la maglia del Torino il 9 settembre del ’90. L’anno seguente passa alla Juventus per poi andare in prestito all’Inter, torna bianconero la stagione successiva per poi andare a Parma e vincere la Coppa UEFA stagione ’94-’95, coppa che entrerà altre due volte nel suo palmares personale, unitamente ad una ferita alla testa a causa di un coltello lanciato da un tifoso del Wisla Cracovia nella stagione ’98-’99. Al di la dei successi, però, la parte della carriera di Baggio a cui noi di Calci Sul Calcio vogliamo dare più risalto è sicuramente quella legata al “declino” del giocatore, declino appositamente virgolettato perché non dipendente dal rendimento o dal valore dell’uomo e dello sportivo, ma dalla sua correttezza ed onestà. Qualità che, forse estremamente provate dalla corruzione con cui tutti i giorni si trovava a convivere, esplodono in un gesto offensivo diretto all’arbitro Farina che gli costa ben sei giornate ed una multa da 200 milioni delle vecchie lire, durante la partita Parma-Juventus del 9 gennaio 2000. Il gesto in questione accusava chiaramente il direttore di gara di esser stato adeguatamente ricompensato per favorire i bianconeri. Ora, alla luce di quanto si è appreso in seguito alle varie Calciopoli, giudicate un po’ Voi se l’iniziativa del nostro Dino era soltanto uno sfogo dettato dalla rabbia per l’espulsione, ricevuta in seguito al presunto fallo su Zambrotta, o se, invece, aveva fondamenti di altra natura. NASCEVA OGGI... - Daniele De Rossi e Dino BaggioAd ogni modo, volendo astenerci dall’esprimere giudizi su questioni comunque opinabili, ci limiteremo a riportare un dato di fatto, e cioè che Baggio dopo quella partita non è più riuscito a trovare spazio in una qualsiasi realtà nazionale, tant’è che nel 2003 si trasferisce in Inghilterra. Torna in Italia quasi subito, ma la situazione non sembra affatto mutata. Breve periodo in forze all’Ancona, poi la militanza alla Lazio, dove lo sfortunato Dino verrà talmente escluso dal resto della squadra che intenterà una causa per mobbing contro la società assieme al compagno Paolo Negro. L’estremo tentativo di ricominciare da capo, o meglio dalla B con la Triestina, si conclude dopo soltanto tre giornate dopodiché, nel 2005, il trentacinquenne Baggio appende gli scarpini al chiodo. La sua passione, però, ce lo farà ritrovare due anni dopo in terza categoria tra le file del Tombolo, allenato dal vecchio amico e mister Cesare Crivellaro. Che dire, un altro esempio di campione corretto e appassionato, la cui carriera è dipesa più dagli interessi altrui che dalle proprie forze. Purtroppo, sappiamo tutti bene di quale “sport” stiamo parlando, e sicuramente non si tratta di calcio.
di Andrea Mariani

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