Poseidone, dio del mare, non si accontenta di aver ottenuto, nella spartizione del regno del padre Crono, la signoria degli oceani. Invidia a suo fratello Zeus il dominio del cielo ed è avido di terre, che contende, appena può, a tutti gli altri dei.
Poseidone abitava in uno stupendo palazzo sull'isola di Eubea.
La reggia era decorata di madreperla con numerosi intarsi di conchiglie, coralli e gemme preziose. Quando Poseidone usciva su un carro d'oro trainato da alati cavalli bianchi, era seguito dalla numerosa corte di tritoni, sirene e nereidi.
Tutte le creature del mare gli ubbidivano e buona parte di quelle della terra lo temevano perché egli aveva piena signoria sulle onde, i maremoti e le burrasche marine, che inviava sulle coste quando andava in collera.
Poco lontano dal suo regno c'era una città stupenda, Atene, ricca di splendidi palazzi di marmo e di templi imponenti, che onorava soltanto la saggia figlia di Zeus, Atena. Il dio del mare, invidiosissimo, fremeva dalla voglia di diventarne il signore.
Un giorno arrivò col suo carro veloce sul punto più alto di Atene, l'Acropoli, e battendo sulla roccia con la sua arma, il tridente, fece sgorgare una fonte d'acqua marina. " Ecco la prova che Atene è mia" gridò il dio ai quattro venti - " Qui sgorga acqua di mare, e io sono il dio del mare...".
La dea Atena si fece avanti, protestando, ma Poseidone la sfidò: " Ah, sì, questa città è tua? Te la ridarò se sarai capace di battermi in duello". Atena scosse la testa. "Perché combattere?" - disse - " Facciamo una gara pacifica. Vincerà chi regalerà agli abitanti di questa terra la cosa più utile ".
" Io dono il cavallo!", gridò Poseidone, sicuro di vincere. Che cosa c'era infatti, per quei tempi, di più utile del veloce cavallo? Atena piantò in terra la sua lancia e immediatamente spuntò in quel punto una piantina dalle foglie d'argento, che crebbe a vista d'occhio: era l'ulivo.
Poseidone s'appellò a Zeus, il quale convocò subito una giuria di dei e di dee, in numero uguale. A quel punto chiese loro di dare un giudizio: era più utile il cavallo o l'ulivo dai frutti preziosi? Difficile prendere una decisione. Dopo infinite ed accese discussioni, che si protrassero per giorni e giorni, l'eccellente giuria non poté emettere un verdetto definitivo. Infatti gli dei erano in favore di Poseidone, mentre tutte le dee erano dalla parte di Atena. Vinsero però queste ultime, perché il padre Zeus, come giudice supremo, si astenne dal voto, dando la maggioranza alle dee, che avevano visto nell'ulivo una pianta utile per l'uomo.
Così fu evitato il duello nel quale Atena avrebbe senz'altro avuto la peggio. Da allora l'ulivo divenne il simbolo della pace e tale è rimasto anche ai giorni nostri.