Tre dei bogatyri più famosi: Dobrynja Nikitič (con la spada), Il'ja Muromec (con la mazza e la lancia) e Alëša Popovič (con l'arco)
Il piccolo Il'ja nacque nel villaggio di Karačarovo, presso la grande città di Murom (da qui l’appellativo “Muromec”, cioè “originario di Murom”). Il padre e la madre erano contadini, ma Il'ja non poteva aiutarli a lavorare nei campi, perché era paralitico fin dalla nascita: non sapeva camminare, né disporre delle mani. Era molto triste per i genitori assistere questo povero ragazzo, che trascorreva tutta la sua fanciullezza su un giaciglio all'interno dell'izba, intristito per essere di peso alla sua famiglia, con il rimpianto di una intera vita di occasioni perdute. Ma un giorno, quando Il'ja aveva trent'anni, tre vecchi pellegrini bussarono alla sua porta e per tre volte gli chiesero: "Àlzati, Il'ja Ivanovič. Dacci da bere, abbiamo sete. Dacci da bere a sazietà!" In casa c'era solo Il'ja, che mortificato rispose tutte e tre le volte: "Volentieri vi darei da bere, vi darei da bere fino a inebriarvi. Ma per trent'anni di lunga vita non seppi camminare sui miei piedi e non seppi disporre delle mani." Allora i pellegrini esclamarono: "Àlzati, Il'ja Ivanovič. Con i tuoi piedi tu sai camminare, delle tue mani tu sai disporre!". E, pervaso da una strana forza, Il'ja si alzò prodigiosamente sulle gambe e, levando gli occhi verso l'icona che stava nell'izba, rese grazie al Signore per avergli permesso di acquistare l'uso degli arti. Subito allora corse in cantina e portò da bere ai pellegrini, i quali dissero: "E ora, o Il'ja, scendi di nuovo nelle cantine, porta su una coppa colma fino all'orlo e bevi anche tu alla tua salute!" Il'ja fece come gli era stato detto e d'incanto sentì sorgere in sé una forza smisurata. Tant'è che quando i vecchi pellegrini gli chiesero cosa sentisse dentro di sé, egli rispose loro: "Sento una grande forza in tutte le membra. Se sull'umida terra ci fosse un anellino, rovescerei la terra sul fianco!". Quando sentirono la risposta, i vecchi pellegrini ordinarono di nuovo a Il'ja di scendere in cantina, riempire una coppa fino all'orlo e di berne il contenuto. Il giovane ubbidì e quando ebbe bevuto per la seconda volta dalla coppa si rese conto che la sua forza era calata della metà. Soddisfatti, i vecchi lo benedissero e lo salutarono con queste parole: "Vivi, Il'ja, per essere guerriero! In terra morte non t'è destinata, in lotta morte non t'è destinata!"
Il'ja Muromec e i tre pellegrini
Subito Il'ja corse nei campi dai genitori i quali, stupiti nel veder arrivare il figlio sulle sue gambe, lodarono Dio per il miracolo che aveva compiuto. E Il'ja dimostrò loro la sua forza sradicando una quercia smisurata e gettandola di traverso sul fiume Nepra. In questo modo Il'ja fece un ponte per passare dall'altra parte del fiume e comprese che l'aprire strade sarebbe stato sempre e dovunque il suo destino. Il giovane si ricordò della profezia dei vecchi pellegrini e si rivolse così ai genitori: "Padre, madre, datemi la vostra benedizione, poiché intendo partire per la grande città di Kiev, dove vive il principe Vladimir, il piccolo sole, per mettere la mia forza al suo servizio. "O figlio diletto", risposero i genitori "parti dunque per la grande città di Kiev. Grande forza ti ha dato Dio, ma tu vivi in grande umiltà e tieni a freno il tuo fervido cuore." Così Il'ja condusse fuori di primo mattino il suo cavallo grigio. "Ora, mio Sivko, bianca criniera, ruzzola un po' nella rugiada del mattino, affinché il pelo si ricambi. Da oggi galopperai nelle aperte ampie steppe e servirai il prode Il'ja Ivanovič di Murom!". Queste furono le origini del prode Il'ja Muromec.
Fonti: Wikipedia, voci "bogatyr" e "bylina"; Enciclopedia Treccani on-line, voce "bogatyri"; sito internet Bifrost all'url http://bifrost.it/Sintesi/Bogatyri.html.