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Nascondi quel cazzo di telecomando!

Creato il 05 febbraio 2011 da Tnepd
Nascondi quel cazzo di telecomando! Qualsiasi comunicazione prodotta dalla televisione o dagli altri media mainstream (le grandi ‘testate’), per sua natura, parte col piede sbagliato perche’ e’ monodirezionale e prevede che i due interlocutori – colui che trasmette e colui che riceve - siano entrambi convinti che il primo ne sa piu’ del secondo. Parlando di carta stampata, questa e’ una premessa che regge esclusivamente sul prestigio della testata pubblicante (prestigio che si trasmette in automatico alla firma) e che i lettori – checche’ ne dicano - accettano in toto ed incondizionatamente.
Assorbita questa premessa – come in effetti e’ avvenuto quasi a tutti, me compreso, per anni – il messaggio a lungo andare perde completamente di importanza. Dopo un po’, qualsiasi sia il contenuto, se e’ scritto li’ deve essere vero. Se ne parla il Corriere allora e’ successo davvero, se ne parla il Tg e’ di sicuro importante, se ne parla Il New York Times ha per forza ragione perche’ “loro”, da fuori, ci vedono meglio di come ci vediamo noi dall’interno, se ne parla il Fatto Quotidiano allora c’e’ sicuramente da indignarsi e via discorrendo. E’ tutta una questione di prestigio. Ma il prestigio cosa diavolo e’?

Il prestigio, in ultima analisi, e’ un puzzle di luoghi comuni. La composizione ed il soggetto del puzzle sono scelti dal produttore. Il “cliente” medio pesca una manciata di tessere nel sacchetto ed ogni tanto cerca di metterle insieme, i piu’ caparbi s’affannano a ricomporre piu’ tasselli possibili ma per ottenere cosa? Il disegno stabilito dal produttore. Si obiettera’ che sui giornali esiste da sempre uno spazio per critiche, lettere al direttore, errata corrige e via dicendo. Inezie e - il piu’ delle volte – messinscene destinate proprio ad avvalorare obiezioni inconsistenti. Poco importa.
Cio’ che conta e’ che qui questa contraddizione non c’e’. Nella Blogosfera, se escludiamo i copincollatori di Grillo e Travaglio, la premessa e’ tutt’altra. In un blog - e nello specifico qui su TNEPD - si parte dall’idea che ne’ io ne’ te sappiamo un gran che. Qui si parte dalla consapevolezza che quel che sappiamo e’ talmente disarticolato e confuso che, tutto sommato, siamo nelle medesime condizioni. Quel che ci accomuna e’ che non abbiamo una risposta definitiva, la soluzione dell’enigma, quello che ci distingue e’ che ci poniamo domande diverse.
Talvolta accade che un tipico fruitore delle comunicazioni mainstream, uno che ormai ha un’autostrada a tre corsie che gli attraversa il sederino, giunga in questo mondo di opinioni open-source. L’impatto dovrebbe essere notevole, a conti fatti il mondo dell’informazione libera dice tutto il contrario dell’informazione mainstream. C’e’ un sacco di roba da leggere, ci sono migliaia di ipotesi alternative possibili per ciascuna delle ‘loro’ verita’ ineluttabili. C’e’ da imparare tutto daccapo in qualsiasi materia, piu’ o meno come ricominciare dalle scuole medie, c’e’ un nuovo orizzonte che si apre. Invece non accade nulla. Perche’?
Le ragioni del lettore, per quanto mi sforzi, non riesco a definirle. Da parte mia l’errore e’ lo stesso di sempre, puntualmente manco il bersaglio. E’ che mi ostino a mirare alla testa.
Tra pochi secondi questa finestra di consapevolezza si chiudera’. Il telecomando e’ troppo vicino per essere ignorato. Andra’ meglio la prossima volta.

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