Rifiuto di accettare l’idea che “la certezza” (egocentrismo) della natura attuale dell’uomo lo renda moralmente incapace di aspirare all’eterna “condizionalità” (possibilità di apertura verso gli altri) con cui da sempre si confronta. Rifiuto di accettare l’idea che l’uomo sia meramente il relitto galleggiante di un carico buttato nel fiume della vita incapace di influire sulla nascita degli eventi che lo circondano. Rifiuto di accettare la posizione secondo cui l’umanità sia cosi’ tragicamente legata alla buia notte del razzismo e della guerra e che la radiosa alba della pace e della fratellanza non possano diventare una realta. Rifiuto di accettare la cinica idea che nazione dopo nazione debbano essere attratte dalla spirale del militarismo nell’inferno della distruzione termonucleare. Io credo che la verità disarmata e l’amore incondizionato conquisteranno alla fine il mondo. Questo è il motivo per cui il bene, momentaneamente sconfitto, è più forte del male trionfante. Io credo che anche se oggi viviamo fra “lo scoppio del mortaio” e lo sparo della pallottola, ci sia ancora la speranza per un brillante futuro. Io credo che la giustizia ricercata, falsamente prostrata sulle strade insanguinate delle nostre nazioni, possa essere levata da questa posizione vergognosa per regnare suprema tra i bambini. Ho l’audacia di credere che la gente dappertutto possa avere tre pasti al giorno per il loro corpo, l’educazione e la cultura per le loro menti, e la dignità, l’eguaglianza e la libertà per i loro spiriti. Io credo che quanto uomini egocentrici hanno buttato giù, altri uomini egocentrici possono aver ricostruito. Io credo ancora che un giorno il genere umano si inchinerà agli altari di Dio e sarà incoronato trionfante sulla guerra, gli spargimenti di sangue e l’amicizia redentiva, non violenta, proclamata governo della Terra. Ed il leone e l’agnello giaceranno insieme, ed ogni uomo siederà sotto il proprio albero di fico e nessuno avrà paura. Io credo che noi andremo oltre. Questa fede puo’ darci il coraggio di guardare in faccia all’incertezza del futuro. Darà ai nostri piedi stanchi nuova forza per continuare a lunghi passi attraverso la città della libertà. Quando i nostri giorni diventano tetri con nuvole che volano basse e le nostre notti diventano più scure di mille notti messe insieme, sapremo che stiamo vivendo nella confusione creativa di questo humus genuino da cui nascerà una nuova civiltà.
Estratto del discorso di Martin Luter King al ricevimento del premio Nobel per la Pace - 10 dicembre 1964 – Oslo – Norvegia.