A Natale, fare regali non era solo un pensierino,un atto di generosità,come i poveri ingenui possono pensare. No. Era il tuo debutto davanti alla “famiglia”,clan di serpi travestite da zie cuoche. O zie cuoche travestite da serpi,all’occorrenza.
Per cui già un mese prima facevamo riunioni intorno al tavolo della cucina con mio padre con le mani nei capelli al pensiero di come sarebbe stata amaramente sputtanata la tredicesima e mia madre con quella strana lucina d’ambizione negli occhi. E io (che solitamente,approfittavo della breve follia di mia madre per mangiare tutta la cioccolata in casa) davo una mano,scervellandomi sul regalo perfetto.
Insomma, i regali non si fanno per gli altri, si fanno per fare bella figura,diciamocelo. Il problema era un altro. Che solo io e mia madre pensavamo questa cosa, gli altri fregacazzi dei miei parenti facevano regali giusto per non fare una figura barbina,il che è diverso,se ci pensate, dal voler fare bella figura.
Infatti è da quando avevo otto anni che ricevo regali cheap (si legge,brutti e inutili) che ricoprono un’ampia gamma di categorie: dall’oggettistica trash a indumenti dai colori sgargianti immettibili, all’immancabile corredo di Nozze (mo’ chi glielo dice che non mi si piglia nessuno?),fino alla vera e propria lista nozze con tanto di set bicchieri-posate e…scolapasta. Sì,avete capito bene.
Mai una volta che qualcuno mi abbia regalato qualcosa che potesse effettivamente interessarmi,anche alla lontana.
Immaginate,anni e anni d’impegno, maratone d’impacchettamento regali che farebbero un baffo agli sport più estremi, soldi scialacquati senza alcun pudore per la carta regalo più phiga in città,fiocchi,nastri, ghirigori, biglietti auguri autografati da Babbo Natale in persona…per poi…per poi ricevere un cazzo di tendone da circo (alias copriletto,sempre per la faccenda del matrimonio) avvolto in una carta da regalo viola con degli gnomi stampati sopra.
P.S. L’anno scorso mi è andata bene perché ho fatto la classica “lista”,incaricando ognuno di comprarmi qualcosa. Ma quest’anno nessuno si è fatto sentire. Cosa vorrà dire mai? Che mi preparo al peggio. Ecco,cosa.