Istituzioni, Chiesa, enti di vario genere… ma no. Per ora e non si sa fino a quando i terremotati rimasti senza casa nella frazione di Rovereto di Novi (Modena) vivono ancora nelle tende. Le necessità sono innumerevoli. La ricostruzione a parole dovrebbe cominciare da un giorno all’altro, intanto avanza l’autunno e poi verrà l’inverno. Nelle frazioni, come Rovereto – visitata da Benedetto XVI perché si tratta del paese dove morì il sacerdote che portò in salvo la statuetta della Madonna ma non riuscì a salvarsi dal crollo di una parte della chiesa – la Protezione civile non arriva, per essere presente invece solo nei Comuni. Ma la frazione di Rovereto è lontana circa dieci chilometri da Novi e ha migliaia di abitanti. Ecco il paradosso del paese che ancor oggi deve far da sé. In provincia però si sono attivati, ad uno ad uno, alcuni volontari che danno una mano come possono, muovendosi di persona, tenendosi in contatto per telefono, via internet. Vedere quei paesi così stravolti, distrutti, con le case pericolanti, le tende qua e là, fa piangere il cuore, perché quella era una terra prosperosa.
Arrivano donazioni, una per una, più per buona volontà che per programmazione. Ecco un manifesto preparato dai volontari a favore degli scolari di Rovereto. La proposta è rivolta a maestre e insegnanti: gli scolari potrebbero creare oggetti a tema natalizio, rivenderli e fare una donazione ai loro coetanei di Rovereto. Una forma di solidarietà fra piccoli alunni. Il manifesto dà ogni informazione. Maestre, insegnanti, mamme, zie, nonne, chiunque senta il desiderio di dare una mano può farlo senza grande sforzo, partecipando alla costruzione di statuine, re magi, alberelli di Natale, stelle, giocattoli… Non ci sono limiti per la fantasia. Per i bambini sarà festa e col ricavato si potranno acquistare lavagne multimediali, finanziare l’insegnamento dell’inglese con una docente madrelingua, organizzare un laboratorio teatrale e un centro d’ascolto.
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