Natale è il ricordo di mio padre che, alla sera della vigilia, convince un negoziante a riaprire il suo negozio di giocattoli per potermi regalare, al mio primo Natale, un cagnolino di stoffa (con il quale avrei condiviso le mie giornate e i miei giochi per molti anni): logicamente non si tratta di un ricordo “mio”, ma di una storia che i miei genitori mi raccontavano spesso.
Natale è la bambola con il viso di porcellana e gli occhi che si aprono e chiudono, abbigliata con un elegante vestitino azzurro, tutto balze e pizzi, dello stesso tessuto del vestitino che mi aveva regalato una prozia abilissima sarta (che, naturalmente aveva cucito gli indumenti identici per me e per la mia adorata bambola).
Natale è un quaderno dalla copertina azzurra pieno di versi d’amore, impacchettato insieme ad un anellino d’oro, sottilissimo, che rappresenta un nodo: lo steso anellino che porto ancora al mignolo della mano sinistra, proprio vicino alla fede.
Natale è mio marito, sdraiato per terra, impegnato a montare un complicatissimo trenino elettrico prima che nostro figlio si svegli.
Natale è aprire regali ancora in pigiama e fare colazione tardi.
Natale è il ricordo di tanti gesti d’affetto, di tanta gioia di stare insieme, di calore e luce, di sorrisi e tenerezza.
Sono questi ricordi, ne sono sicura, che accenderanno di luce e calore anche “questo” Natale.